25 gennaio 2008


Crisi? No, c'è tempo per armare i nostri soldati

Come già largamente annunciato nei giorni precedenti il governo italiano ha fallito la miserabile corsa. Non è mia intenzione analizzare le cause del declino del governo Prodi, anche perché bisognerebbe parlare di poteri occulti e piani delineati da un’agenda ben definita. La cosa singolare è l’approvazione dell’ultimo provvedimento del governo nella mattinata, il finanziamento delle missioni di guerra che il nostro Paese ha deciso di proseguire. In un momento di tale incertezza questo scandaloso decreto mette il suggello all’inettitudine di una parte politica che ha disatteso ogni promessa fatta all’elettorato e rinnegato i principi per i quali i votanti avevano espresso la loro preferenza.

Questo stigmatizza ancora una volta la totale inefficienza della democrazia, una parola abusata e mai praticata realmente negli stati occidentali. La democrazia non esiste, come non esiste la facoltà di scegliere il cambiamento, poiché ogni carica istituzionale è preposta a compiere un piano ben definito in sedi non istituzionali.

Vediamo come le primarie americane siano una grande messa in scena, contendenti sponsorizzati da milioni di dollari provenienti dalle casse delle grandi banche mondiali, a certificare una pratica comune nelle campagne elettorali. Questi personaggi fantocci infiammano le speranze della popolazione, che vengono disattese subito dopo le elezioni. Un processo che si perpetra da decine di anni, ma sembra essere dimenticato dagli elettori, che ogni volta si recano alle urne con piena fiducia, talvolta illudendosi che possa essere la volta giusta.

Il candidato migliore per le primarie americane è un certo Ron Paul, un uomo controverso per alcuni versi, ma fortemente critico del sistema bancario, politico e sociale degli Stati Uniti. Nonostante le televisioni e i notiziari ignorino totalmente i suoi dati elettorali, continua a raccogliere grandi consensi, dimostrando che c’è una larga base di consapevoli e contrari al sistema politico ed economico statunitense. Un vero peccato perché tutti questi voti non serviranno a molto, visto che la signora Clinton dovrebbe essere il nuovo presidente americano, a meno di colpi di scena. Colpo di scena che vedo difficile, anche guardando gli ultimi presidenti americani. Venti anni gestiti da sole due famiglie elitarie, se questa è democrazia?

Fortunatamente noi non abbiamo questi problemi, dobbiamo solo attenerci agli incarichi creati per noi dalla BCE, dalla Goldman Sachs e dai suoi viscidi impiegati (Draghi, Monti, Padoa Schioppa). Non so come andrà a finire, ma già immagino un governo istituzionale di transizione (magari guidato dall’espertissimo Amato), che possa finalmente approvare una nuova legge elettorale. Ma la domanda è la seguente: “Perché un governo con la maggioranza non è riuscito ad approvare una legge in due anni?”. “Perché nessuno ha messo mani al conflitto d’interessi?” La risposta è molto semplice, ormai si gioca a carte scoperte…