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16 gennaio 2008


Aerei nell'antico Egitto: la storia censurata

Questo articolo pone il dubbio sulle reali conoscenze egiziane e la loro evoluta società, mettendo insieme dati oggettivi e riflessioni puntuali. Mi scuso con i lettori per la mia latitanza dal Blog, ma gli impegni mi lasciano poco tempo per nuovi articoli e adeguati commenti. Buona lettura.

Fonte: http://scienzamarcia.blogspot.com



Questo è un reperto storico di indubbia autenticità che da molto fastidio alla storiografia ufficiale.

Decisamente molto fastidio, perché come vedete in questa architrave di un antico tempio egizio sono presenti delle chiare raffigurazioni di mezzi da trasporto a noi contemporanei: sicuramente un aereo e un elicottero, poi un veicolo che sembra un sommergibile ed un altro che pure avendo le caratteristiche di un aereo (ala verticale, e non orizzontale come gli uccelli) assomiglia un po' di meno ad un velivolo odierno.

Indovinate qual è l’interpretazione ufficiale degli “storici”? Coincidenza!

Coincidenza? Sì, sì, coincidenza dicono loro, è solo una coincidenza, solo una curiosa coincidenza! “Forse sono dei particolari geroglifici che assomigliano a moderni mezzi aerei” dicono loro!

Leggendo simili bestialità viene da ridere, da contorcersi dalle risate, ogni volta che gli storici si imbattono in disegni, fregi, mosaici, statue o altri reperti che rappresentano qualcosa di anacronistico, qualcosa che sembra contraddire la loro interpretazione della storia antica se la cavano con frasi del seguente tenore: “è una pura coincidenza” (sì, certo perché non avete alcuna idea di cosa sia la statistica), “è un mistero” (quel reperto contraddice tutte le vostre teorie ma non sapere come trarvi d’impaccio) .

A proposito della “coincidenza”, immaginate di assegnare un valore alla probabilità che un artista raffiguri “casualmente” un oggetto di fantasia che coincide con un oggetto realizzato nel futuro. Vogliamo associare a tale evento una probabilità molto bassa del tipo 1 su mille? Bene, visto che ci sono affiancati l’uno all’altro ben 4 veicoli futuristici la probabilità composta inizia a diventare sensibilmente più piccola, per essere precisa pari al prodotto di 1/1000 per 1/1000 per 1/1000 per 1/1000, ovvero una probabilità di uno su mille miliardi.

Per essere precisi (e non indottrinare come fanno gli storici ortodossi) bisogna precisare che una simile probabilità andrebbe moltiplicata per il numero delle rappresentazioni di fantasia degli antichi artisti, che sicuramente sono un numero elevato … ma non troppo, perché si tratta per lo più di una serie alquanto limitata di stereotipi come per esempio: il dio con la testa di ibis, il dio con la testa di sciacallo, il drago, il serpente marino etc. Si tratta quindi, se ci limitiamo all’arte dell’antico Egitto (ma correggetemi se sbaglio) di un numero limitato di enti fantastici che spesso si ripetono, insomma un numero che volendo esagerare arriva al migliaio.

Il calcolo delle probabilità (che è uno degli argomenti che insegno come docente) per il nostro caso consiste nel moltiplicare il numero di rappresentazioni di fantasia per la probabilità che una singola opera di fantasia coincida con un oggetto reale: moltiplicando un miliardesimo per mille otteniamo la cifra assolutamente irrisoria di un miliardesimo. Capite adesso perché non credo alle “coincidenze casuali”, perché io la statistica la conosco! :)

Lo riconosco, il calcolo potrebbe essere viziato dal fatto che ho assunto pari ad 1/1000 la probabilità che un artista casualmente creai un oggetto di fantasia che coincide con un oggetto reale.

Avete ragione, forse il numero esatto è molto più piccolo. Per comprenderlo basta rispondere alle seguenti domande. Quanti enti di fantasia esistono? E qual è il rapporto fra il numero degli enti reali e quelli dei possibili enti inventati con la fantasia? Il rapporto tra enti reali ed enti immaginati è per definizione infinitesimo perché non c’è limite alla fantasia, dico giusto? Invece di mettere quel termine infinitesimo ho messo nei calcoli un numero piccolissimo ma finito.

Qualcuno pensa che nonostante tutto io abbia esagerato? Va bene, facciamo finta che abbia un po' esagerato e che il termine esatto da mettere in quel calcolo sia 1/100 e nom 1/1000. Il risultato finale diventa un milionesimo!

[Mi rendo conto tuttavia che questo è un punto della mia trattazione che può sembrare lo stesso un po’ controverso, e mi riprometto di aggiungere alcune precisazioni in una successiva versione di questo articolo].

Le singolari raffigurazioni “fuori posto” di cui stiamo parlando si trovano nel tempio Egizio di Abido, costruito qualche millennio fa quando ufficialmente gli aerei e gli elicotteri non solo non esistevano, ma addirittura non era mai stati costruiti, per cui non sarebbe potuto esisterne nemmeno il ricordo.

Se però voi non credete all’ipotesi della “curiosa e singolare coincidenza” (diamine, questa sì che è cospirazione, stanno cospirando nel nascondere un segreto scomodo) e se non avete paura di prendere in esame anche ipotesi che risultino “eretiche” per gli “storici ortodossi” avete a disposizione qualche spiegazione un po’ più seria. Da notare che io non mi permetto di fare come “loro”, gli storiografi ufficiali che sanno con certezza quale sia l’interpretazione esatta, ma espongo un elenco di possibilità, rispetto alle quali sono ancora alla ricerca di riscontri oggettivi.

a) Non c’è niente di nuovo sotto il sole, l’uomo aveva già conquistato il cielo diversi millenni fa, forse ai tempi di “Atlandide” (ovvero delle civiltà precedenti alla grande catastrofe passata alla storia come “diluvio universale”, che fu però probabilmente molto più di un diluvio). Al grande cataclisma del 9.600 a.C. (che causò la scomparsa di un ingente numero di specie animali) e che coincise sicuramente con lo scioglimento di immensi ghiacciai può essere dovuta la distruzione di una civiltà avanzata, i cui pochi superstiti mantennero ancora per qualche secolo conoscenze e tecnologie avanzate in un mondo ritornato all’età della pietra diventando “re leggendari”, “dei”, “civilizzatori dei popoli”. Qualche velivolo può essere rimasto in funzione per diversi secoli, qualcuno può essere stato ricordato nelle leggende, raffigurato nei disegni, nelle pitture, a loro volta ricopiate da artisti successivi; una di queste ultime raffigurazioni copiate da esempi artistici precedenti è appunto quella di Abido.

b) Stesso scenario del caso precedente ma qualcuno ha preservato anche la capacità tecnica di assemblare aerei anche per diversi millenni, anche se poi tale conoscenza/capacità si è persa del tutto. L’artista ha raffigurato qualche velivolo costruito dall’uomo che ha avuto modo di vedere di persona.

c) Qualche velivolo di origine extraterrestre si è fatto vedere alquanto spesso nell’antico Egitto al punto di essere raffigurato nel tempio di Abido.

Io personalmente propendo per una delle prime due spiegazioni anche perché i velivoli rappresentati assomigliano un po’ troppo a dei manufatti tecnologici umani a noi ben noti.