
Un amico che spesso fornisce servizi di manutenzione alle ferrovie, mi raccontava di come fossero stai ridotti al minimo i macchinisti e gli addetti alle stazioni, di come non si investisse sulla sostituzione ed acquisto di nuovi locomotori, ma si preferisse lasciarne alcuni sempre “in moto” pronti ad accorrere nel caso di guasti improvvisi. Poco più di un mese fa, viaggiavo su un treno che ritardava di 35 minuti, quando il locomotore ha smesso di camminare. Dopo aver invano chiesto informazioni, il treno è ripartito dopo un’ora e quaranta minuti, con un ritardo complessivo di più di due ore. C’è da dire che in quella occasione sono stato fortunato, perché pochi giorni prima alcuni poveri viaggiatori erano rimasti bloccati al gelo per tutta la notte.
Anche se può sembrare un’esperienza divertente, immaginate di vivere questi problemi ogni giorno, peraltro avendo pagato un prezzo assurdo per un servizio inesistente. Sul corriere oggi leggo un articolo che parla di risanamento ed aumento dei prezzi dei biglietti. Di colpo ho pensato: “Bene, sono disposto a pagare un po’ di più per arrivare in orario e sedermi su un sedile pulito!”. Niente affatto, i soldi serviranno per pagare i debiti e gli interessi accumulati negli anni dai vecchi amministratori delegati e managers delle ferrovie. Il gioco è sempre lo stesso, l’italiano subisce, viene umiliato e privato della propria dignità, mentre i signori delle banche succhiano il sangue come vampiri. Ma non vi preoccupate, l’amministratore delegato lascerà il posto ad un altro simile, dopo aver intascato una buona uscita che basterebbe per garantire il servizio di Trenitalia per un anno!
Articolo correlato: Stanco di pagare il treno, Novembre 2006