2 agosto 2006


Su e giù per l'Italia

Il precedente governo si è adoperato molto per la costruzione delle nuove opere di interesse nazionale. Le grandi opere, come il ponte sullo stretto e la TAV sono state il cavallo di battaglia per la rinascita italiana. La costruzione di nuove autostrade a corsia multipla sembrano essere un necessario punto di partenza per il rilancio delle infrastrutture di un'Italia ferma al dopoguerra. Molti soldi sono stati destinati (solo virtualmente perché i soldi non ci sono) alla costruzione di questi cantieri, che riporteranno il bel paese all'apice del prestigio e valore mondiale.

Analizzando però queste grandi opere si evince subito la catastrofe che c'è dietro. Tralasciando il ridicolo ponte sullo stretto, che servirebbe solo a guadagnare 15 minuti di traversata, vorrei soffermarmi sulle opere più semplici come le strade e il traffico su rotaia. Molto spesso in auto ci si trova imbottigliati in code interminabili formate dai poveri autotrasportatori che sono costretti a fare migliaia di chilometri per trasportare merci sempre più lontano e sempre più in fretta. Certo a tutti piacciono le arance siciliane, quindi è comprensibile trasportare al nord tutto questo prezioso dono del sole. Nessuno può fare a meno degli ottimi formaggi del trentino o delle mozzarelle campane, quindi è comprensibile formare interminabili code per arrivare nel mezzogiorno. Quello che risulta strano è che spesso basterebbe ragionare un po' meglio. Nella società del libero scambio e del consumismo sfrenato tutto è comprensibile, ma sarebbe altrettanto comprensibile rivedere l'attuale sistema di trasporto per ovviare a questo spreco di risorse e mezzi. A volte la gestione logistica dei trasporti è minimamente ottimizzata, il che significa che gli autotreni arrivano a destinazione con il carico di beni di consumo per tornare poi indietro completamente vuoti. Questo ai fini del traffico non comporta nessun vantaggio. Infatti è un camion vuoto è identico ad un camion pieno. Inoltre la scarsa disponibilità di traffico su rotaia obbliga la quasi totalità del trasporto delle merci a spostarsi su gomma. Invece di costruire nuove strade forse dovremmo pensare a cambiare lo smistamento delle merci su rotaia o meglio ancora su mare. Proprio oggi ho guardato attentamente la cartina geografica dell'Italia e mi sono reso conto, giuro di non averci ma fatto caso, che l'Italia è una penisola. Questo mi ha stupito e mi ha fatto ragionare sul fatto che molto del traffico merci potrebbe essere effettuato via mare.

Probabilmente però questa idea è superata, viste le nuove tecnologie all'avanguardia riguardanti l'alta velocità. Certo un treno che sfreccia a quasi 300 Km/h è sicuramente più affascinante di un regionale vecchio di 50 anni. Immaginate il lavoratore nella val di Susa che deve andare a lavorare nei grandi centri industrializzati, si sveglia alle 5.30 di mattina, beve un caffè veloce che digerisce a quasi 300 Km/h. Sicuramente i vantaggi sarebbero notevoli. La caffeina verrebbe assimilata molto più velocemente e si diventerebbe più nervosi in tempi ancora più rapidi. Pensate alla produttività del lavoratore. Certo andare a lavorare a 250Km di distanza è un peso notevole ogni giorno, quindi un treno così veloce renderebbe la vita molto più semplice. Ma allora mi chiedo: non sarebbe più logico lavorare vicino casa, avere una vita più normale e più tranquilla e dedicarsi alle cose belle della vita?

L'altra cosa che ho sperimentato osservando per strada il traffico, è una cosa che spesso sfugge all'occhio abituato della maggior parte delle persone. Molti autotreni sono destinati allo smaltimento di sostante nocive, tossiche o infiammabili. Certo lo smaltimento di queste “scorie” dovrebbe essere fatto con tutte le procedure di sicurezza possibili, per limitarne la nocività per l'ambiente e l'uomo. A volte però dai serbatoi e le autobotti fuoriescono delle piccole gocce di liquido, che a detta della segnalazione è classificato come tossico. Queste gocce pian piano fuoriescono e cadono sull'asfalto e sono praticamente invisibili a occhio nudo. Secondo un rapido calcolo pensavo che goccia a goccia si fanno litri e litri a litri si fanno ettolitri... Detto questo se il simpatico autotreno parte da Palermo e arriva a Trieste o Ventimiglia, quante di queste gocce sono cadute sull'asfalto? E se questa perdita fosse una procedura standard per smaltire proprio dei materiali che altrimenti dovrebbero essere trattati come tossici con costi molto elevati? La risposta chiaramente non è disponibile, ma la domanda mi sembra delle più lecite.

L'Italia sta diventando quello che l'India è stato per anni, un deposito di scorie e materiale radioattivo. Proprio in questi giorni si sta discutendo per far diventare la centrale nucleare di Latina un centro di deposito delle scorie nucleari in dismissione di altre centrali.

Inoltre i nostri amati cugini americani, utilizzano una delle isole più belle del bel paese per trattenere le loro testate nucleari. La Maddalena conserva un patrimonio marino ed ecologico tra i più belli d'Italia. Chiunque può ammirare la flora e la fauna marina di questa perla del mediterraneo. A fianco delle spiagge cristalline e del mare incontaminato, mentre si fa il bagno a largo ci si potrebbe imbattere in un bel sottomarino farcito di testate atomiche. Ovviamente questo non desta preoccupazione ai nostri amici stelle e strisce visto che l' America è decisamente lontana dall'Italia e lo stato italiano non farebbe mai un torto al suo più prezioso alleato. A volte mi chiedo se ci hanno davvero liberato o se siamo solo il giardino per i loro esperimenti. Quanti altri uomini di stato dovremmo perdere, quanti Cermis dovranno ancora accadere, quanti Abu Omar, quante Ustiche, quante Scie Chimiche, quante esercitazioni NATO illegali dovremmo ancora sopportare?