9 agosto 2006


Ancora sostenibile?

Si sente spesso parlare della fame nel mondo e delle problematiche legate alla malnutrizione di milioni di persone. Questo problema ĆØ come un cancro nascosto, tutti conoscono la sua esistenza ma pochi vogliono veramente affrontarlo. Del resto si prova un senso di impotenza nel vedere che anche i grandi del mondo non riescono a proporre soluzioni concrete per una distribuzione equa delle risorse. Ovviamente in ballo ci sono miliardi di interessi, le organizzazioni mondiali del commercio e dell'agricoltura sono diventate dei centri di collocamento per le grandi speculazioni alimentari internazionali. Le multinazionali infatti impongono le regole del commercio e stritolano i poveri stati in difficoltĆ , con sanzioni e debiti sempre piĆ¹ alti. Molti anni fa la politica gestiva l'economia, ora l'economia gestisce la politica. Questa cosa ĆØ veramente triste poichĆØ il gabinetto dei maggiori Paesi al mondo ha strettissimi legami con potenti multinazionali. Spesso gli stessi politici sono amministratori delegati delle stesse corporazioni che poi distruggono il patrimonio ambientale. Ci sono poche armi per contrastare questo strapotere economico, tuttavia conducendo una vita piĆ¹ consapevole si possono ottenere dei buoni risultati. A volte basterebbe scegliere meglio cosa mangiare, cosa comprare e come utilizzare la tecnologia in modo da compiere un piccolo passo verso il bene comune. PiĆ¹ dei tre quarti delle risorse agricole, in particolare dei cereali, viene destinato ad uso zootecnico. Questo significa che si coltivano immense aree per creare cibo da utilizzare negli allevamenti intensivi. Se consideriamo che questa catena innesca gravi danni a tutto l'ecosistema, non c'ĆØ da meravigliarsi se oggi ci troviamo di fronte a grandi impoverimenti dei terreni a causa delle coltivazioni intensive, desertificazioni e innalzamento globale della temperatura. Se il 70% di questi cereali venissero utilizzati per sfamare i popoli in difficoltĆ , la parola fame del mondo scomparirebbe in una settimana. Invece il mondo va avanti, si coltiva per alimentare mucche sempre piĆ¹ sfruttate, in allevamenti "lager", per creare carne ricca di ormoni e di antibiotici per sfamare l'uomo occidentale. Ovviamente un piatto di cereali non ha nulla a che vedere con una bistecca di manzo fumante, ma ovviamente tutto questo a che prezzo? Inoltre questo tipo di economia non sostenibile, distrugge vaste zone, con deforestazione e impoverimento generale. Fra qualche anno ci saranno molti piĆ¹ deserti molte meno foreste. Tutto questo per far mangiare le mucche per sfamare i nostri palati sopraffini. Mentre in Africa si muore di fame, in America e in Europa si muore di cibo. Innumerevoli e sempre maggiori sono le nuove patologie create da un errato uso dell'alimentazione. Il consumo eccessivo di proteine animali crea problemi di ipertensione, ipercolesterolemia, affaticamento cardiovascolare, diabete, osteoporosi e chi piĆ¹ ne ha piĆ¹ ne metta. Ovviamente tutto questo ĆØ il perverso gioco che rende sempre piĆ¹ ricche le multinazionali. L'industria alimentare crea le condizioni per l'insorgere delle malattie e l'industria farmaceutica ci dona i rimedi per combattere proprio le stesse patologie. Il cerchio si chiude perfettamente e tutti noi siamo narcotizzati e imbambolati convinti di esercitare la nostra libertĆ  scegliendo al supermercato un prodotto al posto di un altro. Il realtĆ  la nostra libertĆ  ĆØ una vera utopia. Quello che possiamo scegliere ĆØ soltanto se combattere e resistere o abbandonarsi alle multinazionali. Alcuni obietteranno dicendo che tanto ĆØ tutto inutile, ma sarebbe bello creare un mondo consapevole delle scelte che adopera in completa armonia con la natura circostante.