30 maggio 2007


La prova costume

Come consuetudine annuale siamo giunti alla fatidica prova costume. L’italiano medio davanti allo specchio si trova a doversi confrontare con un inverno ricco di cattive abitudini alimentari. Siamo ossessionati dall’aspetto fisico, schiavi del giudizio altrui, che indaga nelle nostre più intime abitudini per scovare le debolezze tipiche di chi vive secondo schemi prestabiliti dal conformismo. Troppa pancia, troppo grasso e troppe maniglie dell’amore, non si addicono al perfetto modello di bellezza da copertina. Cominciamo a seguire le più svariate diete miracolose, che promettono la perdita di chili in esubero in sole due settimane, cominciamo a fare le scale per arrivare in ufficio, cerchiamo di fare trenta passi a piedi in più, come se questo bastasse ad espiare le colpe degli stravizi compiuti. Il nostro umore precipita verso il baratro al momento della presa di coscienza che tutto questo è inutile, che tanto non c’è nulla da fare, siamo sovrappeso, siamo goffi e brutti e nulla al mondo potrà salvarci. La depressione prende possesso delle nostre menti, spegne ogni colore intorno alle nostre vite da catena di montaggio. Non c’è tempo per pensare che tutto questo è assurdo, che fa parte di un piano che ci vuole tutti uguali e conformati allo stesso padrone. Guardiamo lo specchio con tristezza perché riflette quel poco che siamo, che non è altro che il giudizio altrui che ci ricopre di grigio. Per liberarsi da questo peso, da questo grigiore, dovremmo guardarci dentro, rivolgere lo specchio all’altezza del nostro cuore e giudicarci per quello che di buono facciamo o non facciamo nei confronti del prossimo.

Viviamo perché i polmoni immettono ed espellono aria dai polmoni, oppure siamo consapevoli di essere nati per qualcosa di più grande?
Siamo padroni della nostra vita, o siamo schiavi dei condizionamenti e dei giudizi dei nostri simili?
Il nostro corpo è presente nel mondo, oppure si trascina come un involucro vuoto e privo di significato?
Siamo pronti a far crescere la nostra luce interiore e a illuminare tutto quello che ci circonda o siamo complici di rendere questo mondo ancora più scuro?
I cieli sono sabbie mobili da cui non si riesce a trovare la purezza del blu, l’aria è pesante e intossicata dalle nostre insensate abitudini, mentre tutto sembra spegnersi, noi possiamo accenderci e illuminare la dove c’è il buio. Possiamo tenere la fiaccola dell’Amore accesa e ben visibile a chi vaga nell’oscurità, in cerca di qualcosa che lo risvegli dal letargo. Guardiamoci dentro e diamo luce al nostro spirito, illuminiamo questo mondo affinché ritrovi i colori che un tempo erano normali.