Ho letto questo articolo, riguardante l’impianto di nano macchine nel cervello umano, al fine di aumentare l’intelligenza e favorire benessere e salute. L’ingegnere, precursore di tale scoperta, afferma che entro il 2029 tutto questo sarà possibile. Questi piccoli robots entreranno nel nostro corpo per coadiuvare le funzioni biologiche umane. Saranno in grado di interagire con i neurotrasmettitori, passando attraverso i capillari, per facilitare la memoria e l’immagazzinamento di dati, al fine di avere un cervello molto più evoluto.
Ray Kurzweil è uno dei maggiori ricercatori che punta sull’interazione fra la tecnologia e l’essere umano. La visione di queste persone è caratterizzata da un uomo nuovo, un uomo integrato con le macchine, la quale aiuta persino le funzioni vitali, per rendere la vita più semplice e duratura.
Questo scenario pone le basi per modificare la percezione di uomo, la sua natura e i suoi sentimenti. Un essere vivente bionico, completamente collegato alla matrice che lo alimenta in forma, pensiero e vita stessa. Una specie di automa, le cui funzioni vitali sono monitorate e modificate continuamente sulla base di nuovi standard. Un perfetto burattino nelle mani dei burattinai, in grado di eseguire qualsivoglia compito richiesto.
Questa idea di uomo mi spaventa, getta ombre sulla tecnologia, che sembra ormai non più al servizio dell’umanità, ma profondamente implicata nel controllo e la sottomissione della specie. Questo disegno ci vede tutti coinvolti, anche se in fondo molto pochi se ne rendono conto. Le nuove misure, nascoste dietro i provvedimenti a favore della sicurezza, sono ormai all’ordine del giorno. Assistiamo a continue violazioni della privacy e della nostra libertà.
Fra qualche tempo tutto sarà cablato in maniera invisibile, tutto sarà monitorato secondo criteri moderni, tutto sarà integrato per mezzo dell’etere. Noi non saremo più parte del paesaggio, ma il paesaggio di un mondo distorto.
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