4 settembre 2008


Maschere

“...è il permettere l'interferenza di altre persone che impedisce di ascoltare i dettami della nostra anima,e che porta disarmonia.”

“... se seguiamo i nostri veri istinti, desideri, pensieri, aneliti, non conosceremo altro che gioia e salute...”

Edward Bach

I miei primi ricordi di una maschera risalgono all'infanzia, quando come di consueto i bambini si vestono per festeggiare il carnevale. Ho vissuto con disagio quei momenti, in cui forse sono stato anche felice per alcuni istanti, ma che ora ricordo come attimi di forte imbarazzo. Non penso di esser mai stato felice di essere un'altra persona. Ai miei tempi non c'era una vastissima scelta di maschere, spesso la fantasia creava qualcosa di originale e molto più economico. Forse il ricordo più bello appartiene alla maschera dell'indiano d'America, con penne, piume e pelliccia (finta ovviamente). In quel caso mi sentivo a mio agio, come se infondo fosse una personalità che aveva una qualche attinenza con la mia vita. Nel corso degli anni ho abbandonato le feste in maschera, già da piccolo non volevo identificarmi con nessun altro.

Ripensandoci oggi, alla luce delle esperienze compiute nella mia vita, questo atteggiamento rispecchia perfettamente quello che è diventato il mio modo di essere. Tutti noi ogni giorno indossiamo maschere più o meno visibili, siamo impegnati a svolgere ruoli e lavori che spesso non soddisfano le nostre intime aspirazioni. A volte le maschere le portiamo anche in casa, dobbiamo comportarci in modo diverso con i nostri partner, con i nostri figli, con le persone che ruotano intorno alla nostra vita sociale. Queste maschere diventano abitudini e consuetudini talmente radicate, che è difficile capire cosa ci sia di vero in noi stessi. Perdiamo il contatto con il nostro essere spirituale e le sue brillanti attitudini.

Reprimendo le nostre emozioni, celiamo dietro maschere ogni tipo di sensazione, positiva o negativa che sia. Difficilmente ci lasciamo andare al pianto o a una grande risata, perché profondamente a disagio con l'espressione di tali sentimenti. Ci sentiamo istantaneamente giudicati, osservati, criticati, ci sentiamo sporchi e a disagio. Accumuliamo una serie di repressioni in noi stessi, costruendo a poco a poco una bomba pronta ad esplodere. Nel gioco dell'equilibrio questo potenziale represso, scoppia in momenti di stress o conflitto, si riversa con tutta la forza verso una persona, un nostro superiore, o peggio ancora verso un figlio indifeso.

La nostra vita diventa un film vissuto recitando il copione di un altro, un ruolo che poco si addice a noi stessi. Pensiamo di essere liberi, ma spesso siamo intrappolati in logiche che nemmeno riusciamo a vedere, tanto ormai sono di comune abitudine. Sarebbe bello liberarsi di tutte le maschere, essere se stessi, trovare un centro che dia pace alla nostra vita. In questo modo si spegnerebbe l'odio, il contrasto, lo stress, ogni cosa verrebbe vista con occhi diversi, semplicemente osservata con obiettività e tranquillità.

Ovviamente molte persone sono felici e vivono la vita senza maschere e condizionamenti, sono le persone che vorremmo avere vicino, le persone che infondono pace e serenità.