9 febbraio 2007


Passo dopo passo verso il Grande Fratello

L'altro giorno sono andato in banca. La mia filiale è cambiata e a dire dei dipendenti si è adeguata ai tempi e alla tecnologia. Oltre al cambio dell'arredamento, l'aggiunta di sedie davanti alla cassa e tante poltroncine per riposare le stanche membra mentre si attende il proprio turno, ora è possibile fare gran parte delle operazioni in maniera automatica ed elettronica. Essendo correntista presso la banca ho ritirato il numero per la fila inserendo l'apposito bancomat nella fessura della macchina tecnologica. La stampa del numero (Lettera + Numero) avverte che sono in una classifica privilegiata poiché correntista della banca. Questa notizia mi ha rassicurato, per una volta mi sono sentito veramente un VIP. Mi sono seduto sulla sedia fiducioso alle 12.07. Il tabellone luminoso scandiva i numeri e le persone eseguivano le operazioni di cassa. Dopo venti minuti tuttavia mi sentivo un po' meno contento, anche perché stavo perdendo parecchio tempo e dovevo fare un semplicissimo versamento. Quando sono entrato inoltre il tabellone indicava il numero A27 e io avevo in mano il numero A29. Facendo due rapidi calcoli matematici avevo intuito di avere due persone davanti, ma nonostante questo il tabellone non scorreva e molti altri clienti mi superavano. Dopo mezz'ora di attesa mi sono avvicinato alla cassa e ho chiesto al cassiere come mai per due numeri di attesa dovessi aspettare tutto quel tempo. Gentilmente il cassiere mi disse di non poter far niente e che mi dovevo rassegnare poiché il sistema elettronico computerizzato non poteva essere manomesso, ne disabilitato e loro non potevano servirmi in nessun modo prima della chiamata del numero esatto. Alle 12.49 finalmente il tabellone ha chiamato il mio numero e io mi sono illuminato di gioia. Finalmente mi sono avvicinato e ho potuto versare dei soldi. Vista l'attesa sproporzionata ho deciso anche di ritirare un po' di contante, visto che ormai avevo perso parte della mattinata. Alla fine dell'operazione però la cassa centralizzata che smistava i soldi contanti ad ogni postazione doveva attendere 2 minuti e 30 secondi prima di aprire lo sportellino e rilasciare il contante. Mi sono chiesto se tutto questo avrebbe in qualche modo migliorato la situazione e il cassiere sconsolato non ha potuto far altro che constatare che un mese fa per fare la stessa operazione ci voleva un decimo del tempo. In ogni caso dopo quasi un'ora sono riuscito ad uscire dalla banca e devo dire la verità, spero di non doverci tornare tanto spesso.

Tornando a casa però ho cominciato a riflettere su tutte queste nuove innovazioni e la mie mente da cospirazionista malato, si è imbattuta in varie e complesse teorie. Ho cominciato a pensare che anche questa volta tutto questo avesse un senso. Ho pensato che i tempi d'attesa sono creati ad arte per scoraggiare le persone ad andare in filiale e obbligare in qualche modo ad utilizzare i circuiti di home-banking o telematici. Ho pensato che i contanti ormai sono pezzi di antiquariato e non vale più la pena utilizzarli. Infatti il pagamento in contanti non implica nessuna tracciatura di chi, cosa, quando e come si compra o si spende. Invece utilizzando una bella carta di credito oppure un bancomat possiamo essere rintracciati su ogni singola transazione eseguita. Quindi perché pagare in contanti quando si può tranquillamente spendere e spandere qualcosa di invisibile con le luccicanti tesserine magnetiche? Tutto questo magari è una mia solita invenzione, magari stavolta ho davvero esagerato. Guardandomi bene intorno però ho uno strano sentore. Le pubblicità dei conti correnti sono sempre più aggressive e rivolte a servizi multimediali. Le agenzie di credito si stanno allargando a macchia d'olio. Chiunque oggi può richiedere un prestito senza la necessità di dover fornire garanzie. Questa nuova forma di usura legalizzata non fa altro che invogliare a spendere e consumare all'inverosimile cose di cui al novanta per cento non abbiamo bisogno. Il televisore al plasma 45500 pollici predisposto per l'alta definizione, che non arriverà prima di qualche anno, pagato in comodissime rate da 3 euro al mese per i prossimi 600 anni dovrebbe rendermi più felice? Io non credo proprio...