Qualche mese fa avevo perso una scommessa puntando sulla caduta del governo Prodi sulla legge finanziaria. Oggi invece a sorpresa il governo è stato battuto sulla politica estera. Pur essendo molto contento dell’esito del voto parlamentare, poiché per una volta per “colpa” di due dissidenti parlamentari di rifondazione comunista la dignità del pacifismo italiano è stata salvata, devo ammettere che lo scenario prossimo venturo non sarà dei più rosei. Certamente la coalizione di centrosinistra garantirà la fiducia a Prodi per la costruzione di un nuovo governo con qualche rimpasto e nuove rassicurazioni alla sinistra radicale. L’alternativa di elezioni anticipate mi sembra remota e non praticabile. In tutta onesta poi rivedere la faccia di Berlusconi per altri cinque anni mi fa salire un senso di nausea profonda. In ogni caso l’Italia perde comunque. Qualsiasi sia la ricetta per il nuovo esecutivo resta di base una strategia politica veramente povera di contenuti. In nove mesi il governo non è riuscito ad accontentare nessuno, creando ulteriore malumore per chi come tanti ancora aveva un briciolo di speranza per il futuro. Credo fermamente che non esista una distinzione netta fra destra e sinistra, esista solo una oligarchia economica che si alterna a figurare per gli interessi economici delle banche e della madrepatria America. Spero solo che l’ago della bilancia si sposti ulteriormente a sinistra e si trovi finalmente una nuova linea politica basata sulla pace e sullo stato sociale. In fin dei conti non possiamo far altro che sperare, prima di riconsegnare definitivamente la tessera elettorale al ministero competente.