Dovrei essere sconvolto dalla notizia dell'arresto dei presunti componenti delle nuove brigate rosse. Dovrei provare vergogna a vedere persone che organizzano rappresaglie armate e attentano alla vita di altre persone. Dovrei credere che tutto questo non ha senso in uno Stato democratico e questa distorta visione della politica e dello stato sociale non può essere la via corretta per risolvere i problemi di classe. Dovrei inveire e scandalizzarmi, ma sinceramente non me la sento. Non me la sento di giustificare i nuovi brigatisti poiché non condivido il loro modo di opporsi al potere, essendo io un convinto pacifista nel senso più puro della parola. Mai in vita mia sarei in grado di attentare alla vita o alla libertà altrui. Quello però che comprendo è l'incapacità della società moderna di andare contro il potere corporativo, contro le banche armate, contro il controllo di massa. Le brigate rosse rappresentavano se pur in modo distorto, un grande sogno rivoluzionario di uguaglianza sociale e di giustizia vera. Se oggi esistono gruppi che ripercorrono le gesta dei predecessori degli anni settanta è solo perché non rimane altro da fare. Il cittadino moderno è totalmente impotente. Non può lamentarsi, non può opporsi e non può nemmeno esprimere liberamente il proprio pensiero. Viviamo in un epoca di compromessi e di servilismo. Viviamo nell'illusione di essere liberi di votare e di esprimere il nostro pensiero, quando invece l'unica libertà che abbiamo è di scegliere il candidato meno peggio del panorama oligarchico italiano. In una democrazia vera il cittadino sceglie i propri rappresentanti e ne sposa gli ideali. Oggi quello che possiamo fare è solo scegliere il meno peggio fra i tanti usurpatori di poltrone. Le brigate rosse, le agitazioni dei centri sociali, scompariranno del tutto quando il nostro Stato inizierà politiche di equità e giustizia sociale. Quando il cittadino avrà la possibilità di costruirsi un futuro secondo le proprie possibilità e verrà valutato per le sue doti e le sue capacità. Quello sarà il giorno in cui la violenza scomparirà per sempre dalla politica, dagli stadi e dalla società civile.