27 marzo 2007


PROFEZIE POLITICHE 2
di B o j s




Per riprendere il discorso lasciato nel mio precedente articolo (Profezie Politiche) presente in questo stesso Blog e nel contempo per decompilare (come si dice in gergo informatico) il bell'articolo di Freenfo, appena qui sotto, vi servo su di un piatto d'argento altre chicche tratte dai famosi Protocolli che chiariranno i concetti politici a noi astrusi e su cui ci perdiamo in diatribe infinite con l'unico scopo di dividerci e azzannarci a vicenda per la gioia di COLORO che veramente decidono delle sorti di tutti noi, compresi i nostri dirigenti politici.

Iniziamo.

"Sceglieremo fra il pubblico, amministratori che abbiano tendenze servili. Essi non avranno esperienza dell'arte di governare, e perciò saranno facilmente trasformati in altrettante pedine del nostro giuoco; pedine che saranno nelle mani dei nostri astuti ed eruditi consiglieri (oggi chiamati anche consulenti o esperti – ndr), specialmente educati fino dall'infanzia nell'arte di governare il mondo". (Prot. I)

"Le masse tollerano da parte dei loro attuali dittatori, presidenti dei consigli e Ministri, degli abusi per il più piccolo dei quali avrebbero ucciso cento re. Come si spiega questo stato di cose? Perché le masse sono tanto illogiche nel farsi un concetto degli avvenimenti? La ragione è che i despoti persuadono il popolo, per mezzo dei loro agenti, che l'abuso del potere con evidente danno allo Stato (al Popolo – ndr) è compiuto per uno scopo elevato, vale a dire per ottenere la prosperità della popolazione e per l'amore della fratellanza internazionale, dell'unione e dell'eguaglianza. Si capisce che questi agenti non dicono al popolo, che tale unificazione può essere ottenuta soltanto sotto il nostro dominio; di modo che vediamo la popolazione condannare gl'innocenti ed assolvere i colpevoli, convinta che potrà sempre fare ciò che le pare e piace. La plebe, data questa sua condizione mentale, distrugge tutto ciò che è stabile e crea lo scompiglio ovunque". (Prot. III)

"Ci diranno che il genere di potere assoluto che suggerisco non si confà col progresso attuale della civiltà, ma vi dimostrerò, invece, che è proprio vero il contrario. Allorquando i popoli consideravano i loro sovrani come l'espressione della volontà di Dio, si sottomettevano tranquillamente al dispotismo dei loro monarchi. Ma dal giorno in cui infondemmo nelle popolazioni il concetto dei loro diritti, esse cominciarono a considerare i Re come semplici mortali. Al cospetto della plebe la Santa unzione cadde dal capo dei monarchi, e quando ad essa togliemmo anche la religione, il potere fu gettato sulla via come pubblica proprietà e venne afferrato da noi. Oltre a ciò, fra le nostre doti amministrative contiamo quella di saper governare le masse e gl'individui per mezzo di fraseologie astute, di teorie confezionate furbamente, di regole di vita e di ogni altro mezzo d'inganno allettante. Tutte queste teorie, che i Goiym (masse di profani - ndr) non comprendono affatto, sono basate sull'analisi e sull'osservazione unite ad una così sapiente argomentazione, che non trova l'uguale fra i nostri rivali, così come essi non possono competere con noi nella costruzione di piani di azione politica". (Prot. V)

"Il liberalismo fece nascere i governi costituzionali, che sostituirono la monarchia, l'unica forma sana di governo dei Goiym. La forma costituzionale, come ben sapete, non è altro che una scuola di dissensioni, disaccordi, contese e inutili agitazioni di partito: in breve, essa è la scuola di tutto ciò che indebolisce l'efficienza del governo. La tribuna, come pure la stampa, hanno contribuito a rendere i sovrani deboli ed inattivi, rendendoli in tal modo inutili e superflui; ed è per questo motivo che in molti paesi vennero destituiti.Allora l'istituzione dell'era repubblicana diventò possibile, ed al posto del Sovrano mettemmo una caricatura del medesimo nella persona di un presidente, che scegliemmo nella ciurmaglia, fra le nostre creature e i nostri schiavi. Così minammo i Goiym, o piuttosto, le nazioni dei Goiym. In un prossimo futuro faremo del presidente un agente responsabile. Allora non avremo più scrupoli a mettere arditamente in esecuzione i nostri piani, per i quali sarà tenuto responsabile il nostro "fantoccio". Cosa c'importa se le fila dei cacciatori d'impieghi s'indeboliscono; se l'impossibilità di trovare un presidente genera delle confusioni che indeboliranno, in definitiva, il paese? Per ottenere questi risultati predisporremo le cose in modo che siano eletti alla carica presidenziale individui bacati, che abbiano nel loro passato un qualche grande scandalo, o qualche altra transazione losca e segreta. Un presidente di tale specie sarà un fedele esecutore dei nostri piani, perché temerà di essere denunziato, e sarà sotto l'influenza di questa paura la quale si impadronirà di colui il quale, salito al potere, è ansioso di conservarsi i privilegi e gli onori inerenti alla sua alta carica. (Quante analogie tra i vari Berlusconi, Bush, Blair, con gli scandali delle foto di Lele Mora, ecc. ecc.? - ndr)
Il Parlamento eleggerà, proteggerà e metterà al coperto il presidente, ma noi toglieremo al Parlamento la facoltà di introdurre nuove leggi, nonché di mutare le esistenti.Questo potere lo conferiremo ad un presidente responsabile, il quale sarà una semplice marionetta nelle nostre mani. Così il potere presidenziale diventerà un bersaglio esposto ad attacchi di vario genere, ma noi gli daremo dei mezzi di difesa conferendogli il diritto di appellarsi al popolo direttamente, al disopra dei rappresentanti della nazione, vale a dire, di appellarsi a quel popolo che è nostro schiavo cieco: alla maggioranza della plebe. Inoltre, daremo al presidente la facoltà di proclamare la legge marziale. Spiegheremo questa prerogativa col fatto, che il presidente, essendo il capo dell'esercito, deve averlo ai suoi comandi per proteggere la nuova costituzione repubblicana, essendo questa protezione un dovere per il rappresentante responsabile della repubblica. (Non è cosi in USA e molti paesi? - ndr). Naturalmente, in simili condizioni, la chiave della situazione recondita sarà nelle nostre mani, e nessuno all'infuori di noi controllerà la legislazione. Inoltre, quando introdurremo la nuova costituzione repubblicana, col pretesto della segretezza di Stato toglieremo al Parlamento il diritto di discutere l'opportunità delle misure prese dal governo in momenti cruciali (Patrioct Act - ndr). Con questa nuova costituzione ridurremo al minimo il numero dei rappresentanti della nazione, diminuendo così di altrettanto le passioni politiche, e la passione per la politica. Se malgrado ciò questi rappresentanti diventassero recalcitranti, li sostituiremo appellandoci alla nazione. Il Presidente avrà la facoltà di nominare il presidente ed il vice presidente della Camera dei deputati e del Senato. Inoltre il Presidente, quale capo del potere esecutivo, avrà il diritto di convocare e di sciogliere il Parlamento, e, nel caso di scioglimento, di rinviare la convocazione del nuovo. Ma perché il Presidente non possa esser tenuto responsabile delle conseguenze di questi atti - che, parlando con precisione, sarebbero illegali - prima che i nostri piani siano maturati, noi persuaderemo i ministri e gli altri alti funzionarii amministrativi che circondano il presidente, a contravvenire i suoi comandi emanando istruzioni di loro iniziativa, ed in tal modo li obbligheremo a sopportarne la responsabilità invece del Presidente. Raccomanderemo specialmente che questa funzione venga assegnata al Senato, al Consiglio di Stato, oppure al Gabinetto, ma giammai a singoli individui. (Prot. X)

Possibile che 101 anni fa avevano programmato la nostra vita politica attuale?
Lascio alla vostra intelligenza l'ardua sentenza.

Meditate gente.. meditate!!

B O J S

26 marzo 2007


Quando la poltrona scotta

Oggi il presidente dalla camera si è trovato in uno spiacevole dibattito inquisitorio. Alcuni studenti hanno sfogato la loro rabbia contro Bertinotti, atteso alla facoltà di lettere dell’università di Roma. "Vergognati, assassino guerrafondaio", sono state le dolci parole di accoglienza in facoltà. Il povero Fausto è stato denudato della sua coerenza politica in poco meno di cinque minuti. Bandiera del comunismo e del pacifismo a tutti i costi, Bertinotti sembra aver preso a cuore le nuove idee riformiste dalla politica di centro-sinistra, abiurando ogni valore con il quale ha costruito un linea politica nel corso degli anni. Quasi tutti oggi crocifiggeranno le persone che hanno insultato una così alta carica dello Stato, ma a pensarci bene queste parole sono veramente sacrosante. La politica allo sbando ha la necessità di essere contestata con ogni mezzo possibile.

Le persone a volte si sentono impotenti e incomprese, soprattutto se vedono amministrare con tanta superficialità temi come pace, giustizia e stato sociale. Capisco quanto possa essere difficile governare un Paese con un sistema elettorale fra i peggiori al mondo, con oligarchie che spartiscono i capitali e le comode poltrone. Credo sia difficile anche compiere scelte in controtendenza con lo spettro di una nuova crisi politica che consegnerebbe il Paese al cavaliere dei miracoli. Nonostante questo però, la coerenza è coerenza. La propria etica, i principi morali, devono in ogni caso essere al di sopra di ogni altro condizionamento.

Idee come pace e solidarietà non possono essere barattate con nessun tipo di compromesso, non possono venir meno alla propria coscienza. Certamente questo porta a fare scelte in controtendenza, porta ad essere non popolari e isolarsi in estremismi sempre più additati come negativi per la società. In passato persone con sani principi si sono battute fino alla morte per portare avanti le proprie idee. A volte queste persone sono state uccise per quelle idee rivoluzionarie, spesso la purezza di quei valori è stata riconosciuta dopo la morte ed è divenuta una speranza per altre persone.

Le idee a differenza degli uomini sono immortali e servono per dare l’esempio alle future persone che le incarneranno e le modificheranno in meglio. Non mi aspetto che Bertinotti rinunci alla sua poltrona, in fin dei conti non vedo come potrebbe, ma sarebbe molto più coerente perseverare e continuare a portare avanti le proprie idee. Domani con molte probabilità il Senato italiano voterà a favore della missione in Afghanistan. Tutti sappiamo che non è una missione di pace, tutti sappiamo che siamo colpevoli di ogni civile morto in quella terra a noi così lontana, tutti dovrebbero leggere la costituzione italiana e applicare le semplici regole che vogliono il nostro Paese contrario a ogni forma di guerra.

Quando le bombe sono intelligenti

Devo dire che c'è un disegno intelligente che comprende anche le bombe sganciate dai terroristi. Il disegno ha previsto un attentato contro un convoglio italiano in Afghanistan proprio poco prima del voto al senato per il rifinanziamento della missione di pace. Il disegno perfetto ha utilizzato una bomba qualunque, un ordigno che non ha colpito nessun militare, un ordigno che è solo servito per destare le coscienze italiane in una piovosa domenica di marzo. Tutti si sono affrettati a dichiarare la loro posizione. Come al solito ci sono i guerrafondai che non aspettano altro che modificare le regole di ingaggio dei nostri soldati in caso di attacco. Queste regole renderebbero onore ai nostri valorosi soldati e identificherebbero una volta per tutte la missione afgana con il corretto appellativo: guerra. Altre posizioni, da me in parte condivise, invece prendono spunto da questo episodio per chiedere con forza il ripensamento dell'intera missione e l'eventualità di riportare a casa i nostri ragazzi. Devo dire che quest'ultima posizione trova sempre meno sostenitori a causa della colla ad alta presa presente sulle poltrone parlamentari. Tutto questo teatrino sembra costruito ad arte ancora una volta per far chiacchierare un po' i nostri politici da bar e rallegrare un marzo noioso e pazzerello. Quello che spaventa è la chirurgica precisione delle coincidenze e degli attentati. Come se un deus ex machina organizzasse tutto. Come se tutto questo servisse a fomentare i media verso un qualcosa che ormai sembra scontato. La propaganda cammina inesorabile verso la prossima guerra iraniana. Tutte le pedine sono sistemate, i soldati britannici rapiti, la nuova risoluzione ONU, il dispiegamento delle truppe statunitensi intorno all'antica Persia e la tragicomica propaganda mediatica contro il presidente iraniano. Finalmente la democrazia sta per essere esportata. Finalmente un nuovo Stato sovrano sta per essere colonizzato dal bene. Non ci resta che attendere qualche giorno...