L’essere umano è davvero una creazione meravigliosa. Il concepimento di questa creatura così perfetta, è la sintesi del mistero della vita e del suo più intimo funzionamento. Il soffio primordiale dal quale tutto è nato, prosegue la sua onda di espansione in un piccolo zigote nell’intero universo. Un evento così microscopico da risultare non classificabile secondo parametri universali, talmente grande da risultare il più ampio e completo momento dell’evoluzione della specie. L’universo è un compendio di vite, manifestazioni visibili e invisibili, a volte lontane dall’immaginazione, al punto da non poter nemmeno essere pensate. I parametri umani sottendono alle regole del nostro sistema, universo intersecante altre infinite possibilità, le quali sono tutte potenzialmente attuabili. La nascita non è altro che l’atto consapevole di un anima che decide di incarnarsi nel momento del concepimento, per compiere il suo piano dimensionale. Il concetto di anima è molto complesso, metafisica e religione se ne contendono la definizione più accurata. A coloro i quali è a cuore la verità, anche la scienza comincia a interrogarsi a fondo su tale parola.
Si finisce per avere a che fare con lo Spirito, con le sostanze che compongono il cosmo, con l’infinitesimamente piccolo e l’infinitesimamente grande, a seconda del punto di vista. Impossibile dare la definizione che metta d’accordo l’opinione comune, altro non resta che intraprendere il vero viaggio, che porta alla scoperta di tutto quello che tale parola rappresenta. Incarnazione, concepimento, nascita, parole prive di significato se non rapportate al loro concetto più autentico, la loro espansione nell’intero che esse stesse rappresentano.
La nascita quindi è il momento in cui un individuo decide l’inizio della sua avventura dimensionale, il proseguimento naturale del viaggio intrapreso nella dimensione atemporale. Il tempo non è altro che la proiezione dei nostri pensieri a livello materiale, una forma di densità che l’uomo sperimenta nel corso della sua esistenza. Un operatore che riprende una scena con una videocamera, non è altro che lo scandire dell’azione dettata dal tempo. L’operatore è conscio del movimento, del modificarsi della luce e delle prospettive, è coerente con le leggi che regolano la sua andatura, il suo peso, il colore, le forme e tutto ciò che compone la materia. Il non tempo è la proiezione del tempo all’infinito, in un punto preciso in cui la contrazione è massima al punto da scomparire. L’operatore riprende con la videocamera la scena, ma ora è come se fosse posizionato su un velivolo a diecimila metri da terra e riprendesse la terra dall’oblò. Impossibile scorgere il passaggio di auto, di persone, di luci e di colori, tutto sarebbe istantaneo e invisibile, completamente estraneo alla percezione dei cinque sensi.
La nascita rappresenta la discesa dell’operatore dal velivolo sulla terra, da un riferimento di movimento macroscopico, apparentemente governato da leggi diverse, ad uno microscopico, adatto alla struttura sensoriale umana. Analogie che non possono essere esaustive del quadro generale, in quanto prive di quello che l’emozione e il sentimento conferisce all’essere vivente e alla sua differenziazione con gli oggetti inanimati.
Si finisce per avere a che fare con lo Spirito, con le sostanze che compongono il cosmo, con l’infinitesimamente piccolo e l’infinitesimamente grande, a seconda del punto di vista. Impossibile dare la definizione che metta d’accordo l’opinione comune, altro non resta che intraprendere il vero viaggio, che porta alla scoperta di tutto quello che tale parola rappresenta. Incarnazione, concepimento, nascita, parole prive di significato se non rapportate al loro concetto più autentico, la loro espansione nell’intero che esse stesse rappresentano.
La nascita quindi è il momento in cui un individuo decide l’inizio della sua avventura dimensionale, il proseguimento naturale del viaggio intrapreso nella dimensione atemporale. Il tempo non è altro che la proiezione dei nostri pensieri a livello materiale, una forma di densità che l’uomo sperimenta nel corso della sua esistenza. Un operatore che riprende una scena con una videocamera, non è altro che lo scandire dell’azione dettata dal tempo. L’operatore è conscio del movimento, del modificarsi della luce e delle prospettive, è coerente con le leggi che regolano la sua andatura, il suo peso, il colore, le forme e tutto ciò che compone la materia. Il non tempo è la proiezione del tempo all’infinito, in un punto preciso in cui la contrazione è massima al punto da scomparire. L’operatore riprende con la videocamera la scena, ma ora è come se fosse posizionato su un velivolo a diecimila metri da terra e riprendesse la terra dall’oblò. Impossibile scorgere il passaggio di auto, di persone, di luci e di colori, tutto sarebbe istantaneo e invisibile, completamente estraneo alla percezione dei cinque sensi.
La nascita rappresenta la discesa dell’operatore dal velivolo sulla terra, da un riferimento di movimento macroscopico, apparentemente governato da leggi diverse, ad uno microscopico, adatto alla struttura sensoriale umana. Analogie che non possono essere esaustive del quadro generale, in quanto prive di quello che l’emozione e il sentimento conferisce all’essere vivente e alla sua differenziazione con gli oggetti inanimati.