
27 novembre 2006
Ti uccido perchè ti odio

16 novembre 2006
Stanco di pagare il treno!

13 novembre 2006
Dead man walking
Le esecuzioni capitali nei Paesi in cui ancora vige la pena di morte sono in costante diminuzione. Ogni anno c'è un calo delle persone giustiziate ed una maggiore sensibilizzazione del problema a livello globale. La Cina, l'Iran e l'Arabia Saudita guidano questo macabro primato risultando ancora una volta i tre Paesi che hanno giustiziato più persone nel 2006. In Africa la situazione sta migliorando molto velocemente e le esecuzioni sono ormai una pratica in disuso, confinate a pochissimi Stati. Nel continente americano resta invece il primato degli Stati Uniti, unico Paese che utilizza la pena capitale. La situazione è molto triste se pensiamo che gli americani si sentono primi al mondo in materia di democrazia e libertà. Togliere la vita a chi ha tolto la vita non ha nessun fondamento etico, religioso o morale. In uno stato di diritto tutti i cittadini andrebbero garantiti e trattati come esseri umani, la conversione della pena di morte al carcere a vita oggi sembra essere l'unica soluzione possibile. Mi rendo conto della delicatezza del problema e del dolore delle famiglie delle vittime di episodi di cronaca nera, però mi rendo anche conto del dramma umano che si consuma nel braccio della morte. Mi chiedo come possano dormire sonni tranquilli i giurati che condannano a morte uomini e donne simili a tutti noi. L'impossibilità di avere una seconda possibilità, di redimersi e di integrarsi nuovamente nella società, mi sembra una pena troppo eccessiva anche per un criminale. La pena di morte non è un utile deterrente per il calo d i episodi di violenza e omicidi, le statistiche dimostrano come la criminalità organizzata sia più legata ad un disagio sociale, piuttosto che ad un semplice regolamento di conti o al raptus omicida. Charles A. Nealy verrà giustiziato il 16 Novembre in Texas e sarà l'ennesimo uomo a morire in America.
9 novembre 2006
Padre perdonali, perchè sanno quello che fanno

3 novembre 2006
Azione e Reazione

2 novembre 2006
La crisi economica del 2006-2007
Nel libro “Come affrontare il crollo economico del 2006-2007” Mandeville dipinge uno scenario alquanto inquietante. Il libro molto affascinante e altrettanto realistico dipinge un quadro di crisi economica planetaria, paragonabile alla crisi americana del 1929 e alla conseguente grande depressione. Ho letto il libro un anno fa e devo dire mi ha colpito la grande visione di questo ricercatore e scrittore geniale.

Mandeville è riuscito a stigmatizzare tutti i più grandi avvenimenti socio-politici che stanno influenzando il crollo del sistema economico attuale. Considerando che il libro è stato pubblicato nel 2004, l'autore ha previsto con esattezza la debolezza del dollaro, la crisi del mercato finanziario, l'inasprirsi del terrorismo internazionale esasperato dalla volontà di controllare le ultime risorse del pianeta, la crisi del mercato del lavoro e molto altro. Stiamo sperimentando sulla nostra pelle il tira-molla legato alla finanziaria, che ogni giorno aumenta di valore complessivo a danno delle famiglie più povere. Quei pochi fondi destinati allo sviluppo e all'ambiente vengono continuamente messi in discussione per favorire misure che contribuiranno a far collassare definitivamente il sistema finanziario italiano. Considerando anche che molti analisti internazionali prevedono un crollo dell'intero sistema immobiliare a causa dell'aumento non giustificato del valore reale degli immobili, non resta che attendere tempi ancora più duri. A questo punto speriamo che Mandeville abbia sbagliato qualcosa nella sua precisissima analisi e che il secondo semestre 2007 sia finalmente un anno destinato alla ripresa economica e ad uno sviluppo più equo per tutti.
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