
31 gennaio 2012
Carceri private, censura e libertà

30 gennaio 2012
Scacchi

Pace e sicurezza!
Questo è il sentimento che prevale, questo è il governo tecnico, un governo che non rappresenta ne il voto, ne i cittadini, ne alcuna forma di Stato, talmente alienato dal contesto sociale, da schifare anche i contesti pubblici di emergenza per non sporcarsi dell’alito dei poveri mortali. Ma in fondo tutto sta andando per il meglio, maggiore austerità e maggiori introiti, peccato che in cambio stiamo svendendo la pelle a qualcuno che dopo che avrà racimolato anche l’ultimo spicciolo dalle nostre tasche, calerà la mannaia sulle nostre teste, con la stessa fredda e cinica procedura con la quale opera tutti i giorni, fino a lasciare un Paese in mano al prossimo incaricato dai Padroni di completare l’opera. Non mi preoccupo minimamente del futuro perché il futuro è già scritto e ben verificabile, mi preoccupo di quello che accadrà per mano di chi quel futuro lo ignora e fa finta che non esista. Perché purtroppo o per fortuna ognuno è chiamato a fare la sua parte, chi consapevolmente, chi come pedina del gioco.
Ma alla fine questo è quello che meritiamo…
17 gennaio 2012
Perché noi no?

16 gennaio 2012
Il dragone si è svegliato, noi quando?

La cosa ormai è talmente prevedibile che chiunque abbia un cervello, può verificare e diagnosticare ciò che accadrà il mese successivo. Non bisogna essere economisti ed esperti del settore. Se la BCE parla di default della Grecia, possiamo essere tranquilli che la Grecia è già andata, con buona pace di chi tra la popolazione vive già per strada da mesi. E dopo la Grecia a chi toccherà? Spagna, Portogallo o Italia? Non importa molto chi andrà prima o dopo, hanno già deciso che così sarà e finché noi povere pecore crederemo ancora ai padroni e alle loro commedie, nulla potrà mai cambiare. Non c’è soluzione e non ci sarà nessuno che salverà il nostro Stato o il fantomatico e illusorio debito, un concetto che di per se nemmeno esiste nella realtà. Quindi sedetevi comodi e aspettate tutto questo, ma nel tempo che verrà non dite che nessuno lo aveva detto con largo anticipo, perché non si sa mai con precisione quando qualcuno più Alto, più Forte e Giusto arriverà a giudicare tutti noi, ognuno per i suoi meriti. Io prego ogni giorno perché quei giorni siano più brevi possibili perché davvero ci sarà tanto da pesare…
5 gennaio 2012
Autonomi

Produci, consuma e crepa.
Mega luci e mega schermi in zone asettiche molto lontane dalle realtà residenziali, luoghi ameni nei quali ormai è abitudine incontrare automi simili a noi che camminano trascinando un carrello per lo più vuoto. Perché la differenza fra un centro commerciale e l’altro è solo la sua posizione di comodo rispetto alla propria abitazione, per quanto riguarda il servizio e la competenza è pari ad un catalogo Ikea. Tornando al discorso degli autonomi la grande tristezza di questo momento riguarda la perdita di un sogno che un Paese come l’Italia aveva per anni coltivato. La possibilità di creare lavoro, risorse e benessere senza doversi adeguare al padrone di turno, senza dover sottostare alle leggi del consumismo sfrenato, magari privilegiando il servizio e la qualità, piuttosto che la massificazione delle merci. Un sogno che oggi si infrange sulle famiglie che stanno perdendo, oltre al lavoro, la dignità di essere ancora parte di uno Stato democratico. Non ha senso parlare di multinazionali e corporazioni, ne dei motivi di tutta questa grande depressione, in fin dei conti è un processo ormai innescato e che nessuno di noi può arrestare. Possiamo disquisire sulla qualità delle scelte che noi operiamo ogni giorno, di quello che è più giusto fare o non fare per garantire un equilibrio che dovrebbe avere al suo centro il rispetto.
Al crollo degli autonomi si moltiplicheranno ancora di più i grandi investimenti di mega tonnellate di cemento per aggregare le persone ed abituarle a vivere una realtà più simile ad una gabbia comune, piuttosto che ad una realtà a misura d’uomo. Se oggi la risposta al lavoro fosse realmente la dislocazione delle risorse e i mega agglomerati commerciali, sarei il primo a tacere, ma in nessun caso questo sembra una soluzione adeguata al problema. Lo dicono i numeri, lo dicono le persone sempre più sole ed alienate, sempre più soggette a forti scariche di stress miste a momenti di apatica tristezza. L’era dei robot-umani sta per essere proposta come modello innovativo di vita, un modello che non ha nulla a che vedere con il concetto di uomo così come è stato pensato e creato. Insieme alla vita reale ormai prossima alla miseria, stiamo distruggendo ogni sogno che una volta era alla base delle prospettive dell’uomo.
4 gennaio 2012
Segni
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