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12 febbraio 2008


FBI, controllo totale

L’ FBI vuole le impronte dei palmi, la scansione degli occhi, la mappatura dei tatuaggi

Clarksburg, West Virginia (CNN) – L’FBI si sta attrezzando per creare un enorme database informatico contenente le caratteristiche fisiche umane, tutto ciò parte, dice il Bureau, di uno sforzo per ottimizzare l’individuazione dei criminali e dei terroristi.

Ma questo è un tema che solleva importanti preoccupazioni sulla privacy -- ciò che un esperto delle libertà civiche dichiara dovrebbe preoccupare tutti gli americani.

Il Bureau dovrebbe comunicare nei prossimi giorni l’assegnazione di un miliardo di dollari, un contratto dalla durata di dieci anni al fine di aiutare la creazione di un database che dovrebbe redigere un assortimento di informazioni biometriche, dalle impronte dei palmi alle scansioni degli occhi.

Kimberly Del Greco, il capo della sezione dei Servizi Biometrici dell’FBI, afferma che accrescere il database è “importante per la protezione dei confini, per tenere alla larga i terroristi, per proteggere i nostri cittadini, i nostri vicini, i nostri bambini in modo che essi possano avere dei lavori validi e una nazione sicura in cui vivere.

Ma a detta degli esperti ciò è inquietante.

“È l’inizio della civiltà sorvegliata dove si può essere pedinati ovunque, in un qualsiasi momento e in tutti i movimenti, e alla fine tutti i movimenti verranno tracciati, registrati e correlati,” ha sostenuto Barry Steinhardt, direttore del Progetto di Libertà e Tecnologia dell’American Civil Liberties Union's.

L’FBI è già in possesso di 55 milioni di serie di impronte digitali salvati su file. Negli anni a venire, l’ufficio desidera comparare le impronte dei palmi, le cicatrici e i tatuaggi, i modelli degli iridi degli occhi e le sagome facciali. L’idea è quella di combinare diversi pezzi di un’informazione biometrica per identificare con certezza un potenziale sospettato.

Molto dipenderà da quanto velocemente verrà perfezionato, secondo Thomas Bush, l’ufficiale FBI in carica a Clarksburg, West Virginia, struttura dove l’FBI ospita l’attuale database di impronte digitali.

“Le impronte digitali continueranno a svolgere il ruolo più importante”, ha asserito alla CNN Bush, l’assistente direttore della Criminal Justice Information Services Division dell’FBI. Ma ha aggiunto, “Qualsiasi sia la biometrica che arriverà in futuro, noi abbiamo bisogno di essere capaci di collegarla alla rete ed eseguire.”

Prima di tutto, dice, vengono le impronte digitali. L’FBI ha già iniziato a raccogliere le immagini e spera di poterle utilizzare presto come un ulteriore mezzo per effettuare delle identificazioni. Le nazioni che stanno già usando tali immagini riscontrano che il 20 per cento dei loro esatti abbinamenti provengono da latenti impronte di palmi lasciate sulle scene del crimine, afferma Bush dell’FBI.

L’FBI ha anche iniziato a mettere assieme foto segnaletiche e fotografie di cicatrici e tatuaggi. Tali immagini sono state immagazzinate sin da ora poiché la tecnologia è ben sintonizzata. Tutti i dati biometrici dell’FBI vengono registrati su computer a 30 piedi sotto terra nella struttura sita a Clarksburg.

Inoltre, potrebbe presto cominciare a paragonare gli occhi della gente – in modo specifico l’iride, o la parte colorata di un occhio – come previsto dal nuovo programma biometrico chiamato “Next Generation Identification.”

Nelle vicinanze, al centro di Ricerche Tecnologiche per l’identificazione dell’Università del West Virginia, i ricercatori stanno già testando alcune di queste tecnologie che verranno in definitiva usate dall’FBI.

Il più significativo incremento per quanto riguarda l’accuratezza deriverà dalla fusione di differenti biometrie, dichiara Bojan Cukic, il coordinatore del centro. Ma mentre i polizziotti sono entusiasti circa le possibilità di tali tecnologie, i sostenitori della privacy sono sconvolti dal fatto che l’FBI andrà raccogliendo così tante informazioni personali. “La gente che non pensa che si stiano per commettere degli errori, non penso volino abbastanza”, dice Steinhardt.

Egli ha affermato che migliaia di errori sono stati commessi con l’utilizzo delle cosiddette liste “no-fly” negli aeroporti – e questo è avvenuto dando alla polizia diffuse tecniche di raccolta dati che dovrebbero causare seri allarmi sulla privacy.

“Esistono reali conseguenze per le persone” asserisce Steinhardt.

Non si deve essere un criminale o un terrorista per essere verificati confrontando il database. Oltre il 55 per cento dei controlli gestiti dall’FBI coinvolge controlli delle informazioni relative a criminali per gente che si candida a lavori sensibili all’interno del governo o impieghi a contatto con persone vulnerabili come ad esempio bambini e anziani, secondo l’FBI.

L’FBI asserisce che non sono state salvate le impronte digitali per questi controlli, ma le cose potrebbero cambiare. L’FBI pianifica il cosiddetto servizio “rap-back” con il quale il datore di lavoro può fare domanda all’FBI di salvare le impronte di un suo impiegato su un file e rendere noto al datore se la persona in questione ha mai avuto problemi con la legge. L’FBI afferma che innanzitutto deve superare gli ostacoli per quanto riguarda le leggi nazionali sulla privacy e i cittadini dovrebbero firmare delle deroghe che permettano di conservare le loro informazioni.

I critici dicono che la gente è costretta a rilasciare troppe informazioni personali. Ma Lawrence Hornack, il condirettore del centro ricerche dell’Università del West Virginia, dichiara che potrebbe, a dire il vero, migliorare la privacy dei cittadini.

“Ti permette di proiettare la tua identità in quanto te stesso,” assicura Hornak. “E permette alle persone di evitare di identificare un furto, cose di questa natura.

Rimane la questione di quanto saranno affidabili queste nuove tecnologie biometriche. Uno studio tedesco del 2006 che si occupava di un riconoscimento facciale in un’affollata stazione di treni ha evidenziato che i riusciti abbinamenti potrebbero essere effettuati il 60 per cento del tempo durante il giorno. Ma quando le condizioni dell’illuminazione peggioravano di notte, i risultati si riducevano a un tasso di riuscita che andava dal 10 al 20 per cento.

Dal momento che il lavoro su tali tecnologie continua, i ricercatori sono celeri nell’ammettere ciò che è stato dimostrato in modo da essere i più accurati sinora. “Le tecnologie dell’iride è percepita oggi, assieme alle impronte digitali, come la più accurata,” dichiara Cukic.

Ma in futuro tutti i tipi di metodi potrebbero essere impiegati. Alcuni ricercatori stanno esaminando la camminata delle persone come un ulteriore possibile mezzo di identificazione.
L’FBI sostiene che proteggerà tutti questi dati personali e raccoglierà solo informazioni su criminali e su coloro in cerca di lavori sensibili.

Steinhardt dell’ACLU non crede che tutto questo si fermerà qui.

“Era cominciato con l’ essere un programma per tracciare o identificare criminali,” egli ha affermato. “Ora si parla di grandi aree della popolazione – lavoratori, volontari all’interno di programmi giovanili. Alla fine, saranno coinvolti tutti.

Traduzione a cura di Rita Pastore
Articolo originale:
http://edition.cnn.com
Articolo correlato: Wanted By The FBI: Everyone's Data?

20 novembre 2007


Usa, impronte delle 10 dita per tutti


Fonte: http://www.corriere.it

Negli aeroporti turisti e lavoratori stranieri dovranno sottoporsi ad un esame su entrambe le mani

NEW YORK – Cattive notizie per i terroristi o anche per i criminali intenzionati a recarsi negli Usa, ma anche una irritazione crescente per le decine di milioni di inoffensivi turisti che, attirati fra l’altro anche dal dollaro debole, scelgono gli Stati Uniti per le loro vacanze. Con un’iniziativa pilota che diventerà operativa nelle prossime settimane, il nuovo Dipartimento per la sicurezza territoriale (Department of Homeland Security), creato dall’Amministrazione Bush dopo l’attacco terroristico contro le Torri Gemelle, introdurrà in aggiunta alle procedure attuali, che impongono a tutti i cittadini stranieri di essere fotografati e schedati con le impronte del dito indice di entrambe le mani quando passano attraverso il controllo passaporti,un sistema dattiloscopico di identificazione delle persone molto più sofisticato, ma anche – inevitabilmente – invasivo di quello attuale.

FOTO E IMPRONTE - In pratica, a chiunque entri negli Stati Uniti arrivando dall’estero (eccettuati i diplomatici e i cittadini statunitensi o i residenti permanenti con cittadinanza straniera in possesso di “carta verde”) verrà richiesto, in aggiunta all’obbligo di essere fotografati, anche di appoggiare entrambe le mani su un’ apparecchiatura di nuova concezione, capace di “fotocopiare”, memorizzare e analizza elettronicamente le impronte dei polpastrelli di tutte le dita dei visitatori stranieri.

SENZA DISTINZIONE - Come primo passo, informa il Dipartimento della sicurezza territoriale, che oggi pomeriggio illustrerà i nuovi sistemi di sicurezza alla stampa estera a New York, la procedura sarà applicata a tutti gli stranieri che arrivano all’aeroporto internazionale Dulles di Washington. Ma lo stesso sistema è già entrato in vigore da qualche tempo nei Consolati statunitensi, che hanno incominciato a richiedere la rilevazione automatica delle impronte di tutte le dita a chi presenti la richiesta di un visto, senza fare distinzione fra chi si reca negli Stati Uniti per motivi di studio o di ricerca, per turismo o per qualsiasi altra ragione.

CONTROLLI INCROCIATI - Grazie alle nuove tecnologie - che permetteranno di memorizzare e di analizzare decine o (in futuro) addirittura centinaia di milioni di impronte - tutti i dati raccolti dal Dipartimento per la sicurezza territoriale potranno servire per effettuare quasi in tempo reale dei controlli incrociati con le banche dati dell’Fbi, che attraverso il sistema Iafis (Integrated Automated Fingerprint Identification System) colleziona milioni di impronte di criminali schedati.

LE PROTESTE - L’efficacia dei nuovi controlli con fotografie e impronte del solo indice delle mani destra e sinistra, sottolinea il Department of Homeland Security, è dimostrata dal fatto che il sistema, su oltre 64 milioni di vitatori stranieri, ha permesso di «intercettare più di 1300 fra criminali e violatori delle leggi sull’immigrazione». Ma le organizzazioni per la tutela dei diritti civili protestano, sostenendo che questi controlli indiscriminati sono «offensivi per la dignità umana» e discriminatori perché rivolti verso i soli cittadini stranieri. Al tempo stesso, come risulta dagli stessi dati forniti dal Dipartimento per la sicurezza, questa schedatura a tappeto elettronica finora ha permesso di individuare come immigrati clandestini o criminali solo il 2,3 per 100.000 degli oltre 64 milioni di stranieri controllati dalla polizia di frontiera degli Stati Uniti.

Renzo Cianfanelli