14 agosto 2024


Il potere della Parola

La Parola, Yahushua


Ogni cosa è stata fatta per mezzo della Parola; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. (Giovanni 1:3) 


Il primo capitolo del vangelo di Giovanni conferma ciò che è scritto in Genesi, la Parola (Yahushua) ha creato ogni cosa. Vorrei sottolineare l’importanza della parola, delle parole, di ciò che ognuno nel mondo esprime attraverso questo dono che ci è stato concesso. La parola ha un potere immenso, ha il potere di compiere opere di bene o distruggere ogni cosa. 


Le parole che utilizziamo determinano bene e male


Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita. (Proverbi 4:23) 


Edificare, che significa costruire; consolare, che significa confortare l’oppresso o il sofferente; condividere, che è la base dell’amore sincero; amare, che è l’espressione stessa del principio di El... sono solo alcuni esempi di come l’uomo possa usare le parole, la manifestazione di ciò che esprime il cuore, che se ben diretto può trasformare le nostre vite.


La lingua che veicola le parole, può essere usata anche per distruggere, come affermano le scritture sia nel vecchio che nel nuovo testamento:


Ecco, anche le navi, benché siano così grandi e siano spinte da venti impetuosi, sono guidate da un piccolo timone, dovunque vuole il timoniere. Così anche la lingua è un piccolo membro, eppure si vanta di grandi cose. Osservate: un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta! Ma la lingua, nessun uomo la può domare; è un male continuo, è piena di veleno mortale. (Giacomo 3:4-5,8) 


Riflettere su cosa esprimiamo con la lingua e quale sia la responsabilità che ogni uomo ha nei confronti del prossimo è il primo passo per riconoscere chi siamo veramente e chi mostriamo di essere. I nostri comportamenti possono essere lame di verità che distruggono la menzogna, possono essere un fuoco che brucia di zelo, oppure la condanna a morte verso la perdizione eterna. Il semplice fatto che tutta questa creazione sia stata creata dalla Parola, dovrebbe convincere ognuno della sua importanza, di come il nostro spirito possa risiedere nella giustizia oppure nella menzogna.


La confusione delle lingue


«Venite, costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga fino al cielo; acquistiamoci fama, affinché non siamo dispersi sulla faccia di tutta la terra».  Yahuveh discese per vedere la città e la torre che i figli degli uomini costruivano. Yahuveh disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è il principio del loro lavoro; ora nulla impedirà loro di condurre a termine ciò che intendono fare. Scendiamo dunque e confondiamo il loro linguaggio, perché l'uno non capisca la lingua dell'altro!» Così Yahuveh li disperse di là su tutta la faccia della terra ed essi cessarono di costruire la città. Perciò a questa fu dato il nome di Babele, perché là Yahuveh confuse la lingua di tutta la terra e di là li disperse su tutta la faccia della terra. (Genesi 11:4-9) 


Come fu ai tempi della torre di Babele, così oggi possiamo sperimentare questa confusione nelle lingue. Avevano una lingua sola e Yahuveh fu costretto a confondere questi uomini, più desiderosi di contendere contro di Lui, piuttosto che vivere uniti nello Suo spirito. Perché tanta confusione? Perché l’uomo non ha interesse a sottomettersi al Creatore, ma preferisce primeggiare, seguire la via della conoscenza che per prima desiderò Eva, a fare ogni cosa per appagare il proprio ego. Per questo oggi c’è così tanta incapacità di comprendersi tra simili, è più facile cercare la propria realizzazione che perseguire una via che unisca gli esseri umani sotto lo spirito di El. Questo esiste da secoli ed oggi usare le parole in modo corretto è una scelta di grande ubbidienza, perché significa comprendere il progetto iniziale di Yahuveh, che certamente voleva un’umanità unita e coesa, e che ancora oggi lo spirito vuole ricondurre ad una stessa lingua, nel quale gli intenti comuni sono gli stessi di El, nei quali Yahushua è Re e Signore insieme ai santi e ai giusti. Senza approfondire tutte le sfaccettature di questo passaggio scritturale, è bene avere a mente che possiamo davvero aspirare alle cose celesti, perché ogni cosa concorre al bene di chi opera per il Bene, così come la lingua del futuro sarà quella spirituale, non quella che oggi stanno scimmiottando con i falsi prodigi della “scienza”.


Il comportamento


Immaginiamo una giornata che inizia ringraziando Yahuveh per la vita con gratitudine sincera, che inizia pensando a Lui e a quanto si possa fare di buono per mezzo di ciò che lo spirito santo suggerisce ai cuori degli umili, pensiamo a quanto i nostri pensieri possano diventare netti di fronte al Creatore, semplicemente chiedendo che siano da lui diretti, senza nessuna nostra interpretazione personale. Questa è la vita che dovrebbero desiderare le creature che amano la Vita, che amano la pace vera e che operano per distruggere le fortezze di satana.


Altra giornata è quella di chi non si rende conto del male che procura attraverso la lingua, che usa abilmente per distruggere e disgregare l’opera del Padre che compie attraverso tutte le creature visibili e invisibili. Certo è una battaglia persa in origine dagli spiriti decaduti, ma procura in ogni caso problemi, peccati e ingiustizia fino alla morte eterna. Questo non può essere la scelta consapevole di un discepolo, che si deve separare delle menzogne del mondo, pur vivendo nel mondo, facendo attenzione ad ogni tipo di contaminazione spirituale con chi desidera e pratica il male. Questo è il potere immenso che possiamo esprimere con la lingua che veicola i nostri pensieri, come afferma Yahushua:


Ma ciò che esce dalla bocca viene dal cuore, ed è quello che contamina l'uomo. (Matteo 15:18) 


Possiamo scegliere di meditare la Parola giorno e notte come scrive il salmista, oppure decidere di essere contaminati dal nostro cuore ingannevole, che altro non cerca che la propria brama egoistica, come un buco nero che inghiotte ogni cosa gli si avvicini.


Le relazioni


Siamo tutti immersi in un mondo di relazioni, anche colui che è più isolato rispetto ad altri, deve necessariamente avere relazioni con altri uomini. La nostra responsabilità nelle relazioni è proprio quella di agire per renderle sane, protette dal male, ripiene di amore, di giustizia, di pace. Ognuno ha l’obbligo di fare questo se non vuole vivere in balia di demoni che posseggano la mente e la lingua di ognuno di noi. Quanti di noi hanno sperimentato sensazioni di disagio con alcune persone che sembravano “negative” o “disturbanti”? Questa è un’esperienza comune, ma l’intelligenza che viene dall'Alto ci impone di essere noi luce per loro, di illuminare questi spiriti, affinché possano essere guariti dalla Parola. 

Ma tutte le cose, quando sono denunciate dalla luce, diventano manifeste; poiché tutto ciò che è manifesto, è luce. Per questo è detto: «Risvegliati, o tu che dormi, e risorgi dai morti, e Yahushua ti inonderà di luce». (Efesini 5:13-14) 


Piuttosto che vedere il male negli altri cominciamo a vedere il male che è in noi, che è la cosa più difficile, perché impone una sincerità totale verso noi stessi e soprattutto verso chi vede oltre noi stessi, lo spirito santo. Questo esercizio non solo è utile per noi e per le nostre relazioni, siano esse di lavoro, di amicizia, di parentela o familiari... ma consente di farci trovare veramente senza difetto e in pace, pronti ad essere noi stessi veicoli di una lingua addestrata alla giustizia. Ogni persona vive una propria esperienza terrena, una propria storia fatta di momenti felici e altri di grande afflizione, momenti nei quali spesso si può perdere la fede in Yahuveh. Questo non deve accadere mai, perché significherebbe rifiutare la vita che ci è stata donata, come dire che la nostra vita non ha senso di essere vissuta. Queste estratto del Salmo 17 ci mostra un modo corretto per uscire dai momenti difficili, chiedendo a Yahuveh l’aiuto con fede incondizionata.


Yahuveh, ascolta ciò che è giusto, sii attento al mio grido; porgi orecchio alla mia preghiera che non viene da labbra ingannatrici. Dalla tua presenza venga alla luce il mio diritto; gli occhi tuoi riconoscano la rettitudine. Tu hai scrutato il mio cuore, l'hai visitato nella notte; mi hai provato e non hai trovato nulla; la mia bocca non va oltre il mio pensiero. Quanto alle opere degli uomini, io, per ubbidire alla parola delle tue labbra, mi son guardato dalle vie del violento. I miei passi si son tenuti saldi sui tuoi sentieri, i miei piedi non hanno vacillato. Io t'invoco, perché tu m'esaudisci, o Yahuveh; inclina verso di me il tuo orecchio, ascolta le mie parole. (Salmi 17:1-6) 


Questa è una testimonianza di fronte alle creature visibili e invisibili che la nostra lingua è attenta e non si lascia contaminare (dominare) nelle prove della vita.


Giustificazione o morte


Poiché in base alle tue parole sarai giustificato, e in base alle tue parole sarai condannato. (Matteo 12:37) 


Ognuno è responsabile delle proprie parole, che sono scritte nel libro della vita e che saranno usate contro di noi nel caso di condotta malvagia e mancato ravvedimento, perché ogni parola e azione sarà pesata da Colui che può giudicare. Per questo essere giustificati da Yahushua, avendo riconosciuto la nostra condizione di peccatori e avendo chiesto che ogni nostro peccato fosse cancellato, significa confidare in Lui e vivere in pace con tutti, perché le azioni di chi desidera il bene saranno necessariamente volte al bene. Questo processo, che per un discepolo inizia il giorno del proprio battesimo, diventa un percorso di ravvedimento continuo, che volge alla santificazione della propria vita.


Come usare le parole che esprimiamo per guarire, calmare e lodare Yahuveh


Ora che abbiamo compreso quanto potere ha la lingua, possiamo comprendere meglio anche quale sia la via maestra per usarla al meglio:


La mia lingua celebrerà la tua giustizia, esprimerà la tua lode per sempre. (Salmi 35:28) 


Ogni lingua confessi che Yahushua Ha’MashYah è l’Adonì, a gloria di Yahuveh nostro Padre. (Filippesi 2:11) 


La bocca del giusto esprime parole sagge e la sua lingua parla con giustizia. (Salmi 37:30)


C'è chi, parlando senza riflettere, trafigge come spada, ma la lingua dei saggi procura guarigione. (Proverbi 12:18) 


Queste scritture sono cristalline, vorrei solo esprimere quanto potere possano avere le parole per guarire. Molti pensano ai doni dello spirito come ad un qualcosa di magico, di spettacolare, di segni e prodigi che trasformino la materia come i miracoli di Yahushua, ma oggi il vero potere di guarigione è la Parola stessa. Quante volte abbiamo corretto un bambino, abbiamo insegnato una cosa giusta a chi sbagliava, consolato un malato, sorretto chi aveva le ginocchia deboli... tutte queste cose sono l’espressione della Parola, che è guarigione. Pensare a questo ci rende partecipi dell’opera di salvezza di Yahushua, senza cercare chissà quale prodigio utile solo ad appagare noi stessi, ci proietta verso un futuro nel quale Yahushua è il guaritore e noi siamo coloro che conducono i dispersi verso l’ovile della sua salvezza.

Il dono delle lingue


Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi. (Atti 2:4) 


Questo versetto estratto da un contesto molto più ampio, descrive come nel giorno di Pentecoste lo spirito santo agì affinché genti di ogni luogo che si recavano a Gerusalemme, sperimentarono il dono delle lingue, perché se pur di idiomi e dialetti diversi, potessero esprimersi e rendere noto ciò che lo spirito doveva rivelare. Fu un momento che cambiò il paradigma spirituale del mondo e di fatto adempì la promessa fatta agli apostoli di attendere lo spirito santo una volta che Yahushua fosse morto e risorto. Pietro riuscì a parlare a moltitudini di persone che non potevano conoscere il suo stesso linguaggio (ne lo stesso apostolo avrebbe potuto farlo in tutti i dialetti presenti in quel momento) e questo evento diede inizio all'opera potente descritta in Atti.


La concezione moderna del dono delle lingue, che ha poco a che fare con la glossolalia, con parole alla rinfusa e senza significato, dimostra come lo spirito compia la sua opera e renda possibile ogni cosa attraverso la Parola. Se pur Paolo afferma di parlare più lingue, dice anche di preferire parole chiare per edificare la chiesa e oggi sappiamo che questa è la cosa più importante, perché è attraverso questa opera che la verità vince sulla menzogna, così come una profezia (parola di verità) è più utile di qualsiasi altro dono. 


Desiderate ardentemente l'amore, non tralasciando però di ricercare i doni spirituali, principalmente il dono di profezia. (1 Corinti 14:1) 


Cerchiamo quindi l’amore verso Yahuveh, parlando con parole di verità, di giustizia e di edificazione spirituale.


Parole per pregare


Le parole sono importanti anche per pregare il Padre nostro Yahuveh, lo stesso Yahushua ha lasciato un modello di preghiera che tutti possiamo usare, ma se leggiamo le scritture, ogni versetto è una preghiera, ogni passo esprime lo spirito santo che contiene l’esperienza dei nostri fratelli del passato, che serve oggi come modello da seguire. 


Nel pregare non usate troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole. (Matteo 6:7) 


Il MessYah chiarisce il senso spirituale riguardo alla preghiera, non usare tante parole significa non privare delle parole il loro significato e contenuto che vogliamo indirizzare verso Yahuveh. I pagani e i religiosi sono abituati a ripetere preghiere uguali decine di volte, pensate alle corone delle varie religioni, pensate ai mantra ripetuti all'infinito, non certo per raggiungere chissà quale vetta spirituale, ma piuttosto per entrare in contatto con stati di coscienza alterati, che non sono certo un bene da perseguire. Yahushua si appartava e pregava il Padre cercando parole per instaurare con lui un’intimità nella quale il sentimento di riconoscenza, di amore, di aiuto per la missione che stava compiendo, fossero un mezzo per unirsi spiritualmente a Yahuveh. Questo accade a chiunque preghi con rispetto, con timore reverenziale di fronte all'essere più elevato e santo che è il creatore YHVH. Le parole sono importanti e Yahushua è il mezzo con il quale noi dobbiamo pregare il Padre, tanto che dichiara di pregare NEL SUO NOME, non in altri nomi o epiteti che non hanno significato, o peggio hanno significato opposto che conduce ad altre divinità o potestà dell’aria.


Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili; e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di El. (Romani 8:26-27) 

 

Lo spirito verrà in aiuto di chi userà le parole con semplicità di cuore, con l’intento di chiedere al Padre il bene per gli altri, perché questa sarà la vera preghiera, che non necessita di grammatica, sintassi o sinossi, necessità di contrizione e umiltà di fronte Yahuveh, El di tutti gli elohim, che solo grazie a Yahushua potrà ascoltarci ed esaudirci a suo tempo, perché la preghiera del giusto ha effetto per chi cammina nello spirito santo. Possa YHVH aiutare e guidare ognuno di noi mentre impariamo e pratichiamo la giustizia.


La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero. (Salmi 119:105) 


In verità

11 agosto 2024


Gratitudine


Uno dei motivi per cui YHVH concede di avere figli è per insegnare qualcosa a noi stessi. Quando i bambini sono viziati e gli viene detto che non possono avere qualcosa, fanno il broncio e alcuni hanno scatti di ribellione. In genere questo rappresenta una brutta dimostrazione di malcontento e non è solo il risultato del loro stato emotivo, spesso è un modo per manipolare i genitori nel cedere per ottenere qualcosa. Questa condotta non è propria solo dei bambini, quando le cose non vanno per il verso giusto, a volte agiamo allo stesso modo verso il nostro Creatore, tendiamo a concentrarci sulla nostra percezione di come dovrebbero essere le cose, e quando non è così, ci lamentiamo e ci sentiamo scontenti, iniziamo a vedere il male ovunque e in ogni persona. L'opposto di questo atteggiamento è essere grati per quello che abbiamo, essere grati a Yahuveh che ci concede e dona ogni cosa, perché ogni cosa viene da Lui.

Lamento, lamentarsi


Ci sono molti esempi di lamentele nella Bibbia. L'esodo dagli egiziani e il tempo nel deserto furono molto difficili e molto spesso gli israeliti mormorarono per questo. Paolo insegna: 


Ora, queste cose avvennero loro per servire da esempio e sono state scritte per ammonire noi, che ci troviamo alla fine dei tempi. (1 Corinti 10:11)

 

Il Mar Rosso


Dopo che gli israeliti lasciarono l'Egitto, incontrarono il Mar Rosso davanti a loro e gli egiziani dietro di loro. Ecco come hanno reagito:


Quando il faraone si avvicinò, i figli d'Israele alzarono gli occhi; ed ecco, gli Egiziani marciavano alle loro spalle. Allora i figli d'Israele ebbero una gran paura, gridarono a YHVH, e dissero a Mosè: Mancavano forse tombe in Egitto, per portarci a morire nel deserto? Che cosa hai fatto, facendoci uscire dall'Egitto? (Esodo 14:10-11)

 

Mosè confortò il popolo con queste parole:


E Mosè disse al popolo: «Non abbiate paura, state fermi e vedrete la salvezza che Yahuveh compirà oggi per voi; infatti gli Egiziani che avete visti quest'oggi, non li rivedrete mai più. YHVH combatterà per voi e voi ve ne starete tranquilli». (Esodo 14:13-14)

 

L'acqua amara


Quando giunsero a Mara, non potevano bere l'acqua di Mara, perché era amara; perciò quel luogo fu chiamato Mara. Allora il popolo mormorò contro Mosè, dicendo: «Che berremo?» (Esodo 15:23-24)

Questo è ciò che Mosè ha fatto:


Egli gridò a Yahuveh; e Yahuveh gli mostrò un legno. Mosè lo gettò nell'acqua, e l'acqua divenne dolce. È lì che YHVH diede al popolo una legge e una prescrizione, e lo mise alla prova, dicendo: «Se tu ascolti attentamente la voce di YHVH che è il tuo El, e fai ciò che è giusto agli occhi suoi, porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitte agli Egiziani, perché io sono Yahuveh, colui che ti guarisce». (Esodo 15:25-26)

 

Gli israeliti si lamentarono, ma Mosè confidò in Yahuveh.


Gli israeliti si lamentano del cibo


È il quindicesimo giorno del secondo mese dopo la loro partenza dall'Egitto ed è la terza volta che brontolano.


Tutta la comunità dei figli d'Israele mormorò contro Mosè e contro Aronne nel deserto. I figli d'Israele dissero loro: «Fossimo pur morti per mano di Yahuveh nel paese d'Egitto, quando sedevamo intorno a pentole piene di carne e mangiavamo pane a sazietà! Voi ci avete condotti in questo deserto perché tutta questa assemblea morisse di fame!» (Esodo 16:2-3)

La risposta di Yahuveh:


Allora Yahuveh disse a Mosè: «Ecco, io farò piovere pane dal cielo per voi; il popolo uscirà e ne raccoglierà ogni giorno il necessario per la giornata; così lo metterò alla prova e vedrò se cammina o no secondo la mia legge. (Esodo 16:4)

I libri di Esodo e Numeri hanno molti altri esempi, lo schema è sempre lo stesso, gli israeliti si trovarono di fronte a una situazione di sofferenza e invece di aspettare YHVH per chiedere aiuto, hanno temuto il peggio e iniziato a lamentarsi. Non hanno avuto fede, questo aspetto ci fa molto riflettere su come noi dimentichiamo il bene che riceviamo e che abbiamo ricevuto in momenti di prova o sofferenza nel nostro passato. YHVH ha fatto così tanto per loro e fa così tanto per noi oggi attraverso Yahushua.

Lamentarsi porta alla ribellione


Lamentarsi e mormorare si trasforma in una vera e propria ribellione, come scritto in Deuteronomio:


Ma voi non voleste andare e vi ribellaste all'ordine di Yahuveh, del vostro El; mormoraste nelle vostre tende e diceste: «YHVH ci odia; per questo ci ha fatto uscire dal paese d'Egitto per darci in mano agli Amorei e per distruggerci. (Deuteronomio 1:26-27)


Quando succede qualcosa che percepiamo come negativo, ci sentiamo delusi o arrabbiati e quindi iniziamo a lamentarci. Mentre brontoliamo, iniziamo ad analizzare la situazione, cercando di capire perché questo sia accaduto e quale sarebbe il possibile scenario peggiore, la paura insorge e iniziamo a credere a queste bugie che abbiamo inventato nelle nostre menti. In questa fase, il passo logico successivo è ribellarsi a chiunque riteniamo responsabile della situazione, e molto spesso, come credenti, riteniamo YHVH responsabile, nonostante l’avvertimento che El rivela a Samuele sulla ribellione.


La ribellione è considerata stregoneria


Infatti la ribellione è come il peccato della divinazione, e l'ostinatezza è come l'adorazione degli idoli e degli dèi (elohim) domestici. Poiché tu hai rigettato la parola di Yahuveh, anch'egli ti rigetta come re (riferito a Saul, ndr). (1 Samuele 15:23)

Facciamo spesso come hanno fatto gli israeliti, ci lamentiamo per mancanza di fede e dimentichiamo anche tutto ciò che YHVH ha fatto per noi. Tendiamo a concentrarci solo sull'evento o sulla prova momentanea, senza guardare con gratitudine alla sua liberazione, in questo dovremmo essere più sinceri verso noi stessi e soprattutto verso Yahuveh.


Lo spirito santo mette alla prova


YHVH ci ha dato comandamenti da rispettare per trarre vantaggio dalle prove della vita, per avere una via maestra da percorrere, essi sono un modo per verificare la nostra fedeltà nei suoi confronti. Quando scegliamo di obbedire a YHVH scegliamo la vita, sia nel fisico che nello spirituale, lui è saggezza ed amore, vuole il meglio per noi e tutto ciò che ci chiede è di essere giusti, di vivere la nostra vita come testimonianza vivente della sua giustizia. Questo dovrebbe bastare a rendere grazie in ogni occasione.


Essere grati

Lo stesso Paolo conferma per mezzo dello spirito santo, quale dovrebbe essere l’atteggiamento spirituale di un vero discepolo in ogni occasione:


In ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Yahuveh in Yahushua verso di voi. (1 Tessalonicesi 5:18)


Se crediamo che YHVH abbia il controllo di tutto, dobbiamo credere che qualunque cosa ci accada è per il nostro bene o per glorificarlo.


Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano El, i quali sono chiamati secondo il suo disegno. (Romani 8:28)

E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un'opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Yahushua Ha’MashYah. (Filippesi 1:6)

 

Questa è la nostra missione, vivere in questo spirito, avendo fede nel piano di Yahuveh per noi e per il suo popolo. Vediamo solo in parte e quando quella parte che vediamo, non si allinea alla nostra percezione di come dovrebbero essere le cose, tendiamo a lamentarci, questo nel tempo conduce al peccato, come afferma anche il fratello Giacomo. Oggi possiamo onorare YHVH con il sacrificio delle nostre labbra, la preghiera, possiamo trasformare i nostri pensieri in bene, rinnovando costantemente il processo di ravvedimento che opera in noi attraverso lo spirito santo, operare il vero combattimento spirituale, che assume più il senso di difesa dello spirito santo piuttosto che la contesa contro lo spirito santo.


Per mezzo di Yahushua, dunque, offriamo continuamente a El un sacrificio di lode: cioè, il frutto di labbra che confessano il suo nome. (Ebrei 13:15)


Come dunque avete ricevuto Yahushua, l'Adonì, così camminate in lui; radicati, edificati in lui e rafforzati dalla fede, come vi è stata insegnata, abbondate nel ringraziamento. (Colossesi 2:6-7)


Perseverate nella preghiera, vegliando in essa con rendimento di grazie. (Colossesi 4:2)


Avere un atteggiamento di gratitudine


Gli effetti che cambiano la vita nell'avere un atteggiamento di gratitudine sono stati scientificamente provati, non che abbiamo bisogno della scienza per dimostrare che la Bibbia è la verità, ma è sorprendente sapere che può essere provato per coloro che non credono. Avere un atteggiamento di gratitudine crea emozioni positive e questo allarga il cuore, lo spirito santo fluisce in noi ispirandoci a fare opere di bene, a dedicare tempo all'edificazione spirituale, a creare occasioni nuove di testimonianza, nonché appaga il nostro spirito che riceve una parte di benedizioni da Yahuveh stesso.


Ogni volta che incontriamo una situazione difficile, abbiamo due opzioni, possiamo scegliere di avere paura e scadere nel lamento e nella negatività, oppure avere fede. Se temiamo, inizieremo a brontolare e ci ribelleremo contro YHVH. Questa ribellione causerà una serie di problemi, che potranno essere anche fisici, la malattia stessa è una causa del peccato e di questo spirito. Tuttavia, se avremo fede, saremo grati sapendo che YHVH ha il controllo delle nostre vite, saremo in grado di affrontare ogni situazione sapendo che non siamo soli e che YHVH ci mostrerà una via d'uscita, sia personale, sia per il suo popolo.

Quindi, possiamo scegliere di avere un atteggiamento di gratitudine e aspettare YHVH con fede, oppure possiamo continuare nella paura, nel brontolio e nella ribellione e subirne le conseguenze. Possiamo dire la verità solo se conosciamo la verità, è inutile mentire a se stessi, lo studio della parola di YHVH deve essere parte di noi, ogni volta che un pensiero devia dalla Via, dobbiamo tornare alla parola di verità, perché possiamo tutto attraverso Colui che ci fortifica. (Filippesi 4:13)


In verità


Credits: setapartpeople.com