10 giugno 2008


Nutrizione consapevole

L’attenzione verso la dieta e l’applicazione dei principi dell’alimentazione naturale, sono da molto tempo cari alla mia attenzione. Negli ultimi anni ho studiato molto le varie teorie riguardo la nutrizione consapevole, analizzando in profondità pregi e difetti di ogni dieta. Non ho mai avuto problemi di peso, tranne alcuni anni in cui ero molto appesantito e gonfio, anni nei quali il mio stato psico-fisico era decisamente debilitato. Il mio cammino non è ancora terminato, non credo potrà finire mai, ma devo dire di essere attento ad ogni indicazione che la Natura insegna a chi vuole ascoltare i suoi consigli. Se l’uomo riuscisse ad accogliere tali insegnamenti, si potrebbe tranquillamente vivere in un vero paradiso terrestre. Purtroppo gli agi dei nostri giorni, la scarsa volontà di mettersi in gioco, ha reso l’uomo moderno schiavo delle stesse abitudini che difende con ogni mezzo. Un pranzo luculliano, un ricco banchetto domenicale, sembra per molti il fine ultimo della felicità e della convivialità.

Questa visione idilliaca spesso si infrange davanti lo specchio del bagno nella tarda serata, con dolori e gonfiori tali da far rabbrividire un fuoco pirotecnico. Nonostante tutto continuiamo a condurre questo stile di vita, poiché il privilegio di sentirsi appagati dal cibo, è largamente più dolce di un misero pasto frugale. Non voglio consigliare nulla a nessuno, anche perché molte persone non comprenderebbero tali consigli, bollando il tutto come una eretica visione, un tentativo di screditare decine di anni di “scienza della nutrizione”, peraltro senza titoli accademici ne competenze specifiche. Per questo motivo risparmio a voi tutti tali teorie, anche perché da sempre amo il confronto, ma ultimamente tengo molto di più al suono del silenzio, piuttosto che al frastuono degli accusatori.

Mi preme però soffermarmi sul beneficio reale o presunto di continuare a condurre tale stile di vita. In fin dei conti essere consapevoli del proprio corpo, vuol dire rispettarne ed assecondarne la fisiologia e la corretta alimentazione. Mangiare qualsiasi tipo di porcheria e mescolare diversi tipi di cibo, per il semplice gusto di sentirsi socialmente all’altezza, sembra quasi venir meno al rispetto che il corpo esige secondo natura. Il corpo dovrebbe essere venerato e curato in ogni sua forma, l’armonia che regola ogni processo fisiologico, dovrebbe meravigliarci ogni giorno, un miracolo che si ripete dall’inizio dei tempi, al quale noi assistiamo non sempre in modo consapevole.

Spesso ho assistito a dibattiti televisivi, nei quali esperti nutrizionisti assecondano i voleri dell’industria alimentare e farmaceutica, stilando diete e protocolli alimentari ai limiti del ridicolo. La solita storia del “tutto è salutare” se mangiato con moderazione, mi sembra una delle più grandi eresie della dieta moderna. Ovviamente mangiare un chilo di carne piuttosto che cinquanta grammi, presenta notevoli differenze, ma il punto è decisamente un altro. Ha senso parlare di quantità o calorie, per cibi completamente inadatti alla struttura fisica umana? Non sarebbe più sensato discutere di quali di questi cibi sono salutari e indicati e quali invece, sono semplicemente da evitare perché non adatti? Questo non sembra essere il volere della scienza moderna, molto impegnata a cercare molecole sempre più efficaci contro problemi digestivi e problemi intestinali. Risolvere il problema alla radice significherebbe terminare una volta per tutte il costruire castelli di sabbia sull’acqua, significherebbe trovare la causa e non riparare gli effetti collaterali. Questo comporta una grande presa di coscienza, comporta il mettere in discussione le nostre convinzioni, modificare in alcuni casi le nostre abitudini, in poche parole diventare artefici della nostra vita. Potrà sembrare un passo troppo grande da fare, ma credo che ogni uomo possa apprezzarne i risultati e l’appagamento che ne deriva, soltanto facendo una prova in prima persona. Difficilmente qualcuno riuscirà a convincervi se voi non volete considerare l’idea di poterlo fare.

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