21 giugno 2007


Nella testa del panda

Ogni tanto mi soffermo a pensare al perché delle cose e alle dinamiche della vita. Oggi pensavo al panda. Questo animale simpatico, emblema della tranquillità e della bontà, grande come un orso ma tenero come un agnello, un animale che comunica un senso di infinita tenerezza. Pensavo al numero degli esemplari presenti al mondo, alla loro prossima estinzione, al fatto che gli stessi panda pare abbiano perso l’istinto della procreazione, come se loro prima di noi, ci stessero comunicando che stiamo per giungere al capolinea. Mi sono immaginato un panda che mi dicesse: Ciao, il mondo è talmente marcio che non c’è più nemmeno speranza per il futuro, tanto vale rimanere casti e puri e attendere l’estinzione. Ho pensato che se un animale così carino e docile volesse farla finita con la sua specie, qualche piccolo problema doveva pur esserci. Possibile che l’istinto animale, il primordiale istinto di riproduzione è scomparso anche negli animali? Per un momento ho pensato che questo potesse essere un forte segnale di allarme. Mi piacerebbe chiedere al panda perché non ha più voglia di accoppiarsi e come si possa uscire da questa situazione. Purtroppo però, il panda non utilizza il mio stesso linguaggio e noi uomini sembriamo incapaci di osservare ciò che madre natura ci invia come forti avvertimenti. Considerando l’alienazione umana, forse fra qualche anno a anche l’uomo nanotecnologico sarà rinchiuso in gabbie, stanco anche di fare l’amore, con un bel ramo di bambù infilato nel …