23 agosto 2006


AIDS e fondi

La sindrome da immunodeficienza acquisita ĆØ ormai per tutti la nota malattia del secolo. Ogni anno ci sono eventi, manifestazioni e giornate di sensibilizzazione molte delle quali con lo scopo di raccogliere fondi per la ricerca. Le fondazioni e la raccolta dei fondi pro AIDS sono molteplici, le maggiori delle quali con scopi veramente autentici (forse perchĆ© si agisce in buona fede, ma a volte bisognerebbe anche studiare il problema piĆ¹ a fondo). Quello che dopo molti anni mi lascia pensare ĆØ il modo il cui questi fondi vengano utilizzati.

La teoria di Robert Gallo del 1984, che associa il virus dell' HIV alla conseguente presenza dell' AIDS, non ĆØ che una vera e propria supposizione. Ad oggi infatti non ci sono prove, ne dimostrazioni scientifiche che mettano in relazione il retrovirus HIV con la malattia del secolo(1). C'ĆØ molta confusione sulle metodologie utilizzate per la diagnosi e molti interessi economici ad esse collegate. I piĆ¹ moderni test HIV infatti non sono sicuri ne accurati. Non esistendo relazione scientifica tra il virus e la malattia inoltre, c'ĆØ il rischio di diagnosticare l'AIDS a persone sane o affette da altre patologie. A volte il test puĆ² risultare positivo se il paziente ĆØ affetto da altre patologie o infezioni (varicella, stato di gravidanza, epatite, herpes). L'attendibilitĆ  del test quindi non ĆØ assolutamente scientifica e non ĆØ stato creato uno standard a livello internazionale che ne classifichi le metodologie di esecuzione.

Ad esempio in Africa si puĆ² diagnosticare la malattia senza la necessitĆ  di effettuare il test dell'HIV. Viene diagnosticato esclusivamente in base a quattro sintomi clinici: diarrea, febbre, tosse persistente e perdita di peso. Il 97% degli africani positivi al test HIV non ha l' AIDS. Inoltre questa malattia non ĆØ la prima causa di morte nel continente nero. Anche se non si ĆØ profondi conoscitori del problema, basta fare semplici deduzioni per vedere la totale mancanza di veritĆ  in tutto questo business. Se per diagnosticare l' AIDS ĆØ necessario presentare i sintomi sopra descritti ĆØ altrettanto facile comprendere come le cifre sugli effettivi malati nel mondo siano gonfiate. In Africa, la carenza di acqua, cibo e igiene ĆØ la principale causa di morte, oltre a malattie da tempo debellate nel ricco occidente. Affermare che l'AIDS sta distruggendo l'Africa mi sembra una disgustosa copertura della veritĆ  per giustificare i milioni di dollari investiti nella ricerca.

L'AIDS inoltre non ĆØ una malattia in crescita, infatti le statistiche mondiali presentano dati in costante decrescita (a meno che si continui a diagnosticare come AIDS anche la tubercolosi o la malaria africana).

Le moderne tecniche di cura, basate su farmaci come l'AZT (chemioterapico accantonato per combattere le malattie degenerative, ma approvato dalla FDA americana come farmaco per contrastare l'AIDS) non fanno altro che aumentare le probabilitĆ  di morte e un piĆ¹ rapido peggioramento della malattia. Infatti distruggendo le cellule del midollo osseo il corpo tende a reagire per combattere la tossicitĆ  del farmaco. A lungo andare il sistema immunitario crolla e l'individuo diventa il bersaglio di ogni piĆ¹ piccola infezione. (Avete mai sentito parlare di malati di AIDS morti per un semplice raffreddore?)

In ogni caso la miglior cura per combattere l' AIDS ĆØ mantenere uno stile di vita corretto e un'alimentazione sana. Ci sono inoltre moltissimi rimedi naturali per rafforzare le difese immunitarie e l'intero sistema linfatico umano.

Sarebbe bello se Bono e tutti gli attivisti e artisti impegnati nella campagna per raccogliere fondi per una volta destinassero gli incassi a favore dell'informazione vera e onesta. Forse poi sarebbe piĆ¹ facile combattere questa malattia.


(1).L' HIV ĆØ un retrovirus non citotossico cioĆØ non in grado di distruggere le cellule umane come nel caso di malattie degenerative e presenta la struttura genetica di tutti gli altri retrovirus conosciuti, normalmente presenti a centinaia nel corpo umano.


Bibliografia
AIDS e se fosse tutto sbagliato ? Di Christine Maggiore (Macroedizioni)