17 giugno 2010


Legge

Il mio carattere ha sempre condotto la mia vita all’osservanza delle regole e delle leggi in generale. Una metodologia attenta al rispetto dei precetti che potessero essere condivisi dalla maggioranza delle persone con cui condividevo questo angolo di mondo. Nel corso del tempo ho realizzato e compreso le dispute e le battaglie sociali, a volte aspre ed estenuanti lotte per raggiungere un agognato beneficio piuttosto che un privilegio. A poco a poco che uscivo dal “barattolo” nel quale ogni uomo viene messo alla nascita, ho cominciato ad osservare la realtà con occhi diversi, un susseguirsi di deduzioni e intuizioni mi hanno condotto a riformulare gran parte delle verità che avevo pian piano reso mie nel corso della vita. La logica umana (nel senso di uomo) è una copia molto sbiadita di quello che esiste ad un livello “superiore”. Leggi umane sono un tentativo di imitare qualcosa di perfetto che regola e determina ogni singolo movimento atomico nel Cosmo. Scoprendo alcuni segreti celati in una foglia, in un albero, nel movimento di un’onda, nell’amore incondizionato di una cane verso il padrone, in ciò che è tangibile e osservabile da noi tutti, ho iniziato a scorgere Leggi ampiamente più giuste ed esatte delle leggi dell’uomo.

Con questo non voglio denigrare gli sforzi di chi con buona volontà ha creduto di operare per il bene dei propri simili. Purtroppo tentativi di nobile ispirazione sono stati pilotati o indotti da gerarchie di potere molto ben radicate nell’inconscio collettivo, talmente potenti da gestire fisicamente e mentalmente i burattini, con l’illusione di lasciare all’individuo la libertà di scelta (e la libertà stessa). La storia insegna attraverso guerre e prese di potere, come l’uomo è a poco a poco divenuto un essere vittima della stessa gerarchia che inizialmente credeva di dover combattere. Un gioco di pedine che mangiano la pedina più vicina per prendere il suo posto, con l’attenzione di creare le condizioni per non essere a sua volta mangiata. Questo squilibrio di forze a generato potenziali distruttivi molto grandi, che per forza di cose, oggi devono essere riequilibrati, essendo la legge di causa effetto, una regola alla quale l’uomo non può sfuggire. Ognuno nel suo microcosmo deve e dovrà confrontarsi con la sua condotta di vita, con la sua propensione al giudizio e all’utilizzo del libero arbitrio che ha ricevuto come dono di libertà suprema.

La domanda che inizialmente ponevo a me stesso, era relativa la capacità dell’uomo di salvare il suo mondo, le sue relazioni e automaticamente l’intera collettività. In ogni caso esisteva sempre qualcosa di limitato, come se l’uomo non avesse parametri assoluti, tali da poter esprimere la perfezione alla quale l’umanità dovrebbe ispirarsi. Questo è stato uno dei motivi per il quale ho cominciato a “studiare” le Leggi che si trovano ad un livello superiore. Superando la logica del giudizio e dell’ego, si può trovare la strada per decodificare quelle Leggi che sono naturalmente a disposizione di tutti coloro che riescano ad osservarle con lo Spirito giusto.

Ispirarsi a questa visione delle cose, permette di sublimare la pochezza e i limiti dell’uomo terreno, incapace di essere un giudice “sopra le parti”, perfettamente giusto e equo nei confronti della vita. Ispirarsi a Leggi di natura superiore permette di avere un quadro più ampio e veritiero della verità delle manifestazioni sensoriali, nonché una maggiore attitudine a non compiere errori. Un atteggiamento che ha come fondamento il rispetto di ogni simile e dissimile, in modo da non influenzare quasi per niente gli esseri che per motivi più diversi incontrano la nostra strada. Se l’uomo osservasse la struttura gerarchica di un alveare, la perfezione del movimento dell’erba fra le raffiche del vento, l’amore del Sole che dona incessantemente i suoi raggi senza preoccuparsi a fare distinzioni fra buono e cattivo, forse inizierebbe un cammino davvero diverso, nel quale il potere, l’egoismo, l’indifferenza verrebbero relegati come mali da estirpare. Certo a quel punto non servirebbero più giudici, avvocati, giornalisti, carcerieri, forze dell’ordine, imprenditori, medici, farmaci, sostanze chimiche, insomma forse esisterebbe un qualcosa che si avvicina al ritmo naturale del battito della vera Vita.