16 ottobre 2008


La mente che mente

«Le intuizioni e i concetti costituiscono gli elementi della nostra conoscenza, così non possono esserci concetti senza intuizioni e intuizioni senza concetti.» (Kant)

La lettura è da molti anni una mia grande passione, il modo per entrare nei reami della conoscenza, attraverso gli occhi di grandi scrittori. L’uomo che cerca la verità o qualsiasi altra cosa stimoli il proprio interesse, deve necessariamente fare dell’esperienza altrui, una tappa fondamentale per accrescere la propria conoscenza. Pian piano si delineano sentieri sempre più affascinanti, un viaggio nel paese delle meraviglie del mondo. Un romanzo può catturare i nostri sensi e trasportare la nostra mente attraverso luoghi ed emozioni lontane. Un testo scientifico apre la nostra mente ad una conoscenza più grande, un testo classico lascia indelebile una traccia nel nostro modo di pensare.

A poco a poco la conoscenza accresce in noi, il percorso spesso si concentra in una direzione, altre volte spazia fra diversi tipi di informazione. Tutto si mescola nella nostra mente, contribuisce a creare la nostra personale visione della realtà, crea i presupposti per costruire la nostra personalissima verità. Questa ricerca è necessaria per comprendere meglio le sfaccettature dell’esistenza e i segreti nascosti dell’universo, contribuisce a rinforzare un pensiero in modo autonomo e indipendente. Il questo caso la nostra parte razionale è sempre all’opera per discernere il bene e il male, secondo la nostra personale visione della vita, i nostri valori e le nostre tradizioni.

Alla lunga tuttavia, questo approccio può essere limitato, sembra quasi costretto in una stanza con poche finestre, dalla quale è molto difficile evadere. Non si è mai certi dell’autenticità del nostro pensiero, crediamo di possedere idee nostre, ma spesso tali convinzioni derivano da una memoria collettiva che agisce sulla nostra mente, consciamente o inconsciamente. La parte razionale cristallizza il pensiero e lo fortifica fino a creare delle convinzioni talmente radicate da non poter mai essere messe in discussione. La mia esperienza è sempre stata di cercare un compromesso fra la mente razionale e mondo delle percezioni. L’uomo ha il privilegio di possedere doti superiori rispetto agli animali, anche se ha in qualche modo dimenticato le attitudini più semplici e istintuali proprie dei nostri amici “inferiori”.

Aprirsi alle percezioni permette di acquisire una conoscenza molto diversa da quella costruita dalla mente, l’esperienza diretta diventa il veicolo per accrescere la nostra consapevolezza. Il corpo è chiamato a partecipare in ogni sua parte a questo processo. A volte alcune grandi verità possono essere spiegate e comprese solo se si riesce ad applicare tutte le nostre potenzialità, l’integrazione fra corpo, anima e mente. Questo approccio consente di avere una visione più ampia, permette di entrare in reami invisibili, è in grado di colmare le nostre ricerche in modo ancora più efficace. “Sentire” l’ambiente circostante, provare a vivere secondo le leggi della percezione, porta a sviluppare in noi delle doti in grado di comprendere a fondo ogni piccolo particolare della manifestazione del creato.

L’universo è composto di forme visibili e di forme non visibili, la materia per molti è una forma di energia cristallizzata, che vibra a frequenze più basse. Tali frequenze siamo abituati a percepire poiché simili alla nostra configurazione energetica. Modificando tale configurazione possiamo integrare le nostre capacità e spingerci oltre, varcare l’uscio della stanza della mente per accedere a mondi ancora da scoprire. L’esperienza diretta come strumento di ricerca, la consapevolezza come fine per la nostra esistenza.

Questo approccio olistico dell’uomo e delle sue potenzialità, permette di agire secondo logiche più universali, permette l’apertura del cuore e l’accoglienza dell’Amore universale nella nostra vita. Un cammino che accelera verso il ricongiungimento dell’Uno, sfruttando a pieno ogni nostra caratteristica latente. La mente a volte mente, le percezioni posso essere ingannevoli, ma nulla potrà essere più veritiero dell’utilizzo di queste facoltà in sinergia perfetta fra loro, l’interazione fra ragione e cuore, l’unica via per la vera scoperta della natura dell’uomo. Giusta o sbagliata che sia, sarà sempre dettata dalla nostra esperienza diretta, unica vera alleata fedele nel cammino evolutivo. La ricerca della verità dentro di noi come porta d’accesso alla verità assoluta, la strada maestra verso la vera Conoscenza.