27 agosto 2007


Un disagio crescente

Da troppo tempo mi sveglio con un disagio crescente, uno stato d'animo afflitto da angoscia e scarso ottimismo. Mi trascino giorno dopo giorno in una vita troppo spesso scontata, dettata da schemi prestabiliti da altri, imbottigliata in regole che non condivido. Questo accresce la voglia di lasciar perdere tutto, di sedermi sotto un albero ad osservare semplicemente quello che succede. Spesso mi trovo a parlare con persone poco comprensive, che non si rendono conto di essere prigioniere di qualcosa che nemmeno percepiscono. Vorrei gridare loro di svegliarsi, alzarsi in piedi e insieme, mano nella mano, cambiare questo schifoso sistema basato su potere e arrivismo. I giorni trascorrono tutti uguali, giornate perse a lavorare per qualcosa che non soddisfa minimamente lo spirito, non realizza nient'altro che profitto per altri meschini uomini di potere. La voglia di lasciare tutto è grande, ogni giorno accresce la volontà di creare qualcosa di bello, di diverso, di integrato a principi morali nobili, armonia e pace. Leggo notizie da Stato di polizia, parlo con persone sorde, vedo medici che prescrivono Prozac al minimo disagio. Tutto questo è assurdo, ridicolo ed esasperato. Voglio scendere da questo treno di pazzi che corre a velocità sostenuta prima dello schianto. Vorrei tanto, ma dubito sia così facile...