9 febbraio 2007


Il debito pubblico

Il debito pubblico è come il peccato originale. Ogni individuo nasce e cresce con questo fardello ereditato dai nostri avi. Si parla sempre di questo misterioso buco nero cosmico come u qualcosa di così malato da non poter essere curato. Un male profondo che coinvolge direttamente o indirettamente noi poveri cittadini, italiani fessi e paganti. Quando frequentavo le scuole medie ricordo una intelligentissima professoressa di lettere che lasciava leggere in classe i quotidiani e discutere dei fatti di cronaca e dei più grandi avvenimenti politici del momento. Per questo forse ricordo già da allora il mio caro debito pubblico. Mi ha sempre affascinato l’idea che vincesse sempre. Ogni finanziaria, ogni falsa riforma economica, aveva il pretesto di sconfiggerlo o di rimetterlo in carreggiata, ma nonostante tutto è ancora vivo e vegeto. Il debito pubblico è a prova di proiettile, di effetto serra e di ogni governo. La falsa messa in scena di tangentopoli, poi non ha fatto altro che scoprire un sistema clientelare che è sempre esistito e continua ad esistere oggigiorno. Ha lasciato sprofondare un sistema politico basato sulla truffa pubblica per crearne uno completamente identico ma finemente epurato e sdoganato dal passato. Oggi ci troviamo a dover affrontare politiche economiche che indeboliscono ogni livello dello stato sociale. Con l’ultima finanziaria il governo Prodi ha puntato ad un nuovo incremento di tasse a scapito dei più deboli e contribuirà ad un complessivo e inesorabile aumento dei poveri. Tutto lascia presagire la fine di un sistema economico al collasso. Entro quest’anno i poveri aumenteranno considerevolmente, ci troveremo ad essere paragonati alla crisi economica argentina di qualche anno fa. L’Italia, serva e schiava della comunità europea in politica economica e schiava degli Stati Uniti in politica estera, non farà altro che appoggiare campagne mirate ad indebolire duemila anni di cultura e intelligenza del popolo italiano. Ad ogni cittadino onesto verrà sottratto quello di cui ha realmente bisogno mentre i signori del governo godranno di privilegi acquisiti che manterranno ed aumenteranno a dismisura. Le privatizzazioni delle aziende statali non faranno altro che arricchire i manager con buone uscite miliardarie per ridurre all’osso gli investimenti dei piccoli investitori confidenti di poter ricavare qualcosa investendo in realtà consolidate. In problema di fondo è che la campana è suonata e gli ultimi furbetti stanno arraffando tutto il possibile e rimarranno impuniti e contenti. Basta guardare alla vicenda Alitalia per capire come tutto questo sia una colossale bufala a danno dei piccoli investitori e una enorme speculazione per i soliti furbetti sponsorizzati dagli amici degli amici del governo. Spero solo che il Sig. Cimoli (quasi 3 milioni di euro annui, con clausola che blinda di fatto la sua uscita di scena dalla società senza dover niente a nessuno, anche se ha contribuito a distruggere la già precaria situazione Alitalia) possa prendere i suoi soldi e sparire dal pianeta terra in maniera così veloce da non essere riconosciuto da nessun operaio metalmeccanico che esce da un turno di lavoro notturno in catena di montaggio. Non vorrei che il povero operaio si trovasse a dover fare i conti con queste esigue differenze di reddito. Tornando al nostro caro debito pubblico, spero non possa mai scomparire ne venir ridotto, perché mi sentirei veramente triste e sconsolato. Non saprei più come giustificare ogni fallimento economico italiano e non potrei nemmeno dare la colpa a qualcosa di così consolidato da essere indicato come l’unico responsabile della nostra rovina.